Ritornare nella Valle del Sarca dopo tanto tempo causa covid e dopo una stagione estiva passata tra le Dolomiti, ci rammenta che anche questo posto conserva ancora un suo magico fascino. Direzione Coste dell’Anglone: una fascia rocciosa che si estende sopra gli abitati di dro e ceniga. La parete di per sé non è molto alta ma offre belle e divertenti vie su ottima roccia. Tra le tante linee tracciate c’è “Sintesi”, l’obiettivo di oggi.
Il primo tiro è molto breve, giusto qualche metro: si tratta di una sezione di circa 8 metri che supponiamo sia stata pensata appositamente per non sostare lungo la traccia di avvicinamento. Si sale comunque leggermente a sinistra di una placca e con un paio di passaggi semplice si giunge in cengia dove è presente la sosta su anello e spit. 8m, V.
Dalla prima sosta si risale un paio di metri fino ad una clessidra dalla quale si inizia ad attraversare verso sinistra su prese buone, piccoli piedi e roccia ottima che fa apprezzare da subito ogni movimento. Alla fine del traverso si nota un lametta staccata sopra un piccolo strapiombo: è il passaggio più delicato della via a nostro parere. Salire verticalmente verso il chiodo soprastante, su piccole tacche e piccoli appoggi per i piedi è tutt’altro che facile. Il tiro prosegue poi in continuità su leggero strapiombo su prese più buone fino ad una pianta dove poi si traversa verso sinistra un paio di metri e si incontra la sosta (Anello + spit). 30m, VI+.

L’ultimo tratto del secondo tiro, VI+.
Gia dalla sosta si può notare la bellezza del prossimo tiro: un lama/diedro stacca sale verso sinistra, la sua larghezza cosente di proteggersi bene e l’ottima roccia rende i passaggi divertenti. Dove la fessura inizia a stringersi parte un diedro che piega leggermente verso destra, si notano da sotto due clessidre. Lo si sale atleticamente sempre su buone mani e piedi. Alla fine del diedro si sale su una zona erbosa dove presente un albero con cordoni per la sosta. V+, 30m.
Il quarto tiro lo potremmo valutare come un congiungimento tra sezioni. Si tratta di una lunga ma facile arrampicata su due placchette distinte intervallate da terrazzini. Qui sono presenti clessidre, spit e chiodi. IV+, 30m.

Le due distinte placchette del quarto tiro, IV+.
Da qui in poi il paesaggio sopra la testa cambia completamente. Si possono vedere chiaramente i tetti che ci sovrastano e l’ambiente diventa decisamente più roccioso. Si parte in placca con passaggi delicati fino ad una lama ben visibile protetta a spit. La si sormonta. Ora la roccia cambia improvvisamente e da placcosa diventa tutta lavorata a buchi scavati dalle gocce. Si sale fino ad una clessidra la quale ci indica la partenza di un traverso verso destra. Qui vi consigliamo di prendere un attimo il fiato e poi godervi in tutta serenità questo incredibile susseguirsi di canne lavorate che sembrano state scolpite li appositamente per voi. VI+, 30m.

Il quinto tiro, VI+.
Il sesto tiro prosegue su una placca rossa con tacche ben lavorate per alcuni metri per poi seguire una leggera lama obliqua verso destra su buone prese fin sotto un tetto dal quale, stando sotto di esso, si traversa verso sinistra sino alla sosta. V+, 25m.

Sulla sosta del sesto tiro, V+.
Dalla sosta ci si alza giusto un paio di metri fino ad uno spit per notare la clessidra rossa sulla destra. La si raggiunge per poi proseguire in verticale su piccole prese e con passaggi delicati fino sotto al grande tetto strapiombante. Quest’ultimo, essendo molto pronunciato, rende difficoltoso lo stazionarci sotto, spingendoti lontano dalla parete. Si prosegue obliquando verso sinistra fino ad un chiodo. Alla sua destra è presente un cordone bianco penzolante: qui le prese sono piccole e non si capisce bene se sopra il tetto ci sia qualcosa o meno. Facciamo un paio di tentativi poi ci aggrappiamo al cordone e ci tiriamo su. Poco più in alto di dove è stato incastrato il cordone scopriamo esserci un bel bidito scavato ma il passaggio per noi è decisamente troppo lungo e duro da effettuare. Saliamo quindi ancora un paio di metri su buone prese fino alla sosta. VI e A0, 22m.
L’ottavo tiro parte subito verso destra per raggiungere una lama. Da qui si prosegue in direzione di un fico superandolo. Tutto il tratto presenta bei passaggi d’arrampicata. Si giunge rapidamente ad una sosta intermedia. Usciti dalla lama verso destra, con passaggio strapiombante su prese svase, si traversa stando bassi verso destra fino sotto ad un’altro tetto. Quest’ultimo risulta essere ben appigliato e, seppur atletico e di forte esposizione, lo si sale facilmente fino a ragiungere l’anello di sosta con spit di supporto. VI+, 40m.

In uscita dall’ottavo tiro, VI+.
L’ultimo tiro della via è una placca appoggiata ben fessurata che sale verso destra e porta all’uscita della via su un colatoio di sassi dove bisogna prestare molta attenzione. V, 25m.
La via nel complesso presenta un arrampicata sempre entusiasmante, la roccia è ottima in tutta la sua lunghezza. Le soste presenti, a parte quella della terza lunghezza che è su albero, sono su anello e spit e le protezioni presenti nei tratti difficili rendono la via un buon mix tra arrampicata sportiva e alpinismo.