Il gruppo del Cir è più famoso per le sue camminate tranquille e per le sue ferrate piuttosto che per l’arrampicata, eppure le sue pareti ospitano itinerari divertenti con avvicinamento relativamente breve. Uno di questi è la via “Stuflesser” che sale la parete ovest del Grande Piz da Cir tra belle placchette, canali, diedri ingaggianti ed un traverso delicato.
Il primo tiro sale il largo canale iniziale stando alla sua base fino a raggiungere il masso incastrato con annesso cordone. Qui inizia a salire verticalmente usando entrambe le pareti per una bella progressione in opposizione che permette di rimontare il masso e proseguire nel canale. Si passa sotto ad un altro sasso incastrato sopra il quale è presente la sosta su due chiodi recenti. Per raggiungerla è necessario girarsi di 180° e continuare in opposizione tra le pareti fino a rimontare. Attenzione ai sassi presenti nel canale detritico la cui traiettoia, in caso di smottamento, collide giusto giusto con la testa dell’assicuratore. 18m, IV.

Simone all’inizio della via, IV.
La seconda lunghezza risale la placchetta sulla parete opposta rispetto ai chiodi di sosta per poi proseguire in traverso a sinistra fino a scollinare e cambiare versante. I primi metri in placca sono delicati, la roccia non è ottima e la prima protezione, una clessidra bianca, abbastanza distante. Raggiunta quest’ultima inizia il traverso su roccia gialla, anche questa poco stabile, ma ben protetto grazie a clessidre con cordoni e spit aggiunti di recente ex novo. Come per ogni traverso le attenzioni maggiori sono rivolte al secondo di cordata. Alla fine del traverso una bella rampa compatta porta sul versante opposto della parete dove è presente uno spit per la sosta. 12m, IV+.

Simone alla fine del traverso della seconda lunghezza, IV+.
Il terzo tiro torna a salire verticalmente lungo belle e solide placconate esposte. Dalla sosta ci si sposta ancora verso sinistra per un paio di metri fino ad una nicchia che si lascia sulla sinistra. Le belle placconate che si mostrano davanti a noi sono piacevoli da salire, caratterizzate da lame e buchetti, e portano in breve ad un’altra grande nicchia in prossimità dello spigolo della parete dove si sosta su due cordoni. Lungo il tiro sono presenti solo 2 cordoni su clessidre ma è possibile integrare. 24m, IV.

Martina sul terzo tiro, IV.
La quarta lunghezza è estremamente breve ma consente di evitare di generare troppo attrito sul tiro precedente oppure lungo quello successivo. Si sale il diedro appoggiato, che si sviluppa di molto a sinistra rispetto alla sosta, al centro del quale penzola un evidente cordone nero. Qua le difficoltà maggiori: all’altezza del cordone si esce dal diedro sulla parete di sinistra con passo ricercato e leggermente atletico. Si giunge qindi sul terrazzo superiore dove è presente uno spit con maglia rapida. Si inizia ora un breve traverso sulla cengia e ci si ferma all’evidente cordone bianco da utilizzare come sosta. 15m, IV.

Simone all’inizio della quarta lunghezza, IV.
Il quinto tiro conclude il breve traverso verso sinistra fino ad incontrare una clessidra con cordone. Da qui prosegue in verticale su ottima roccia e placconate fino alla base di un canale dove è presente un cordone rosso. La linea originale evita questo canale passando per la placca di destra ma come variante è possibile salire direttamente il canale senza particolari difficoltà. Abbiamo personalmente optato per quest’ultima soluzione visto che è anche facilmente proteggibile e dona all’itinerario anche una continuità come grado. Al termine del canale si prosegue in verticale puntando ai cordoni soprastanti senza però raggiungerli. Circa 5 metri più in basso di questi, infatti, è presente un golfaro con cordone bianco annesso, sulla destra, sul quale attrezzare la sosta. 32m, IV.

Martina in arrivo a S5, IV.
La sesta lunghezza è la più bella di tutto l’itinerario e risale l’evidente canale che a guardarlo dal basso incute leggero timore ma che nella realtà ospita numerose prese ed offre un’arrampicata atletica e di soddisfazione. Piuttosto delicata, a livello di passaggi, è invece la placchetta da affrontare per raggiungere il canale: dalla sosta non salire verticalmente ma spostarsi verso sinistra dove una solida rampetta conduce alla base della placca. Ignorando il chiodo nero in alto a destra ci si sposta sulla verticale del cordone bianco che si raggiunge con passi in aderenza. Si prosegue verso il prossimo cordone viola e quindi all’attacco del canale: qui un passo atletico consente di entrarci all’interno e continuare con una serie di balzi ben appigliati fino a che non muta in diedro più facile. Concluso anche il diedro ci si trova su di una rampetta sassosa che obliqua verso destra al termine della quale si trova un anello di sosta. Tiro davvero meritevole, da goderselo a fondo in ogni suo passaggio. 25m, IV+.

Simone superata la placca iniziale del sesto tiro, IV+.
L’ultimo tiro è breve e conduce all’uscita della via poco sotto il sentiero della ferrata che porta in cima al Grande Piz da Cir. Si parte oltre la sosta su bella placchetta compatta, senza particolari difficoltà, fino a raggiungere uno spit. Si entra ora in un poco accennato canale che si segue giusto qualche metro per uscirne subito sulla sinistra dove una placca compatta e bella conduce al terrazzino sommitale dove è presente la sosta oltre l’ultimo spit. 12m, IV+.

L’ultimo tiro, IV+.
Nel complesso una linea divertente dalle difficoltà tutto sommato contenute anche se il IV+ sta stretto su qualche passaggio. A parte il secondo tiro, sul resto della via la roccia è ottima, bisogna solo prestare attenzione qua e la a qualche presa ballerina.