Alla ricerca di una facile ascesa con poco tempo a nostra disposizione puntiamo lo sguardo verso le Mëisules alla ricerca di una corta proposta per passare una bella mattinata. Sulla Torre Orientale sale la “Via Giulia”, breve ma divertente salita prevalentemente lungo solide e compatte placconate su roccia per lo più ottima e difficoltà contenute. Cosa chiedere di meglio?
Il primo tiro risale verso le placchette fronte il chiodo con cordone che sancisce l’inizio della via, leggermente verso destra in direzione di un chiodo abbastanza visibile. Dal chiodo si rimonta il terrazzino di sinistra e si prosegue verticalmente seguendo la linea dettata da chiodi e cordoni. Si può sostare indistintamente qualche metro prima della grottina su due clessidre, oppure nella grottina stessa, altre due clessidre. Consigliamo la prima soluzione in quanto sarà visibile il compagno durante la rosecuzione del tiro successivo. 30m, IV+.

Martina sul primo tiro, IV+.
Il secondo tiro risale le rocce a destra della sosta attrezzata con cordoni su clessidre e poi prosegue su facili roccette verticali ben proteggibili fino ad arrivare alla sosta. Questa è attrezzata con cordone su 2 clessidre, lì vicino si trova anche un chiodo che può essere eventualmente sfruttato. 40m, IV-.

Martina sul secondo tiro, IV-.
Il terzo tiro sale verso sinistra in direzione di un cordone. Da qui sempre in verticale su rocce rotte fino alla base di una placchetta dove è presente una clessidra per la sosta. La guida riporta questa sosta più in alto e a destra di un alberello ma in realtà è sita qualche metro più sotto. E’ comunque possibile proseguire e concatenare questo tiro con quello successivo e sostare alla base di un camino. 20m, IV-.

Simone all’inizio del terzo tiro, IV-.
La quarta lunghezza vince la placchetta verticale e prosegue poi su terrazzini, a tratti erbosi, seguendo la linea dei cordoni a parete. Come riferimento puntare verso il canale che inizia sulla destra della parete verticale. Si sosta alla base di esso su due chiodi con cordone. 25m, IV.
Il quinto tiro entra nel canale ben appigliato stando il più possibile sulla cresta di destra. Dalla sua sommità si traversa per qualche metro verso destra in leggera discesa passando tra la parete ed un masso. Raggiunta la base di un altro camino lo si risale evitando il masso incastrato e salendo in cresta tramite bella arrampicata con passo fisico. Si sosta al termine di quest’ultimo canale. 30m, IV+.

Simone all’inizio del quinto tiro, IV+.

Martina al termine della quinta lunghezza, IV+.
La sesta lunghezza sale leggermente destra fino ad una clessidra con cordone per poi continuare la progressione verso sinistra lungo canalino caratterizzato da rocce rotte in direzione della sosta evidente su cordone. 25m, IV-.
Il settimo tiro risale le facili roccette verticali proteggendosi con cordoni su clessidre da attrezzare fino a giungere all’evidente sosta con cordone. 20m, III+.

Martina a metà del settimo tiro, III+.
L’ultima lunghezza vince la paretina finale zigzagando per affrontare i tratti meno difficili della parete. Si parte alzandosi verso sinistra fino a raggiungere la verticalità. Qui si rimonta prima verso destra, poi verso sinistra ed infine ancora verso destra per affrontare il passaggio chiave che porta all’ultima sosta. Questo è il tiro più bello di tutta la via. 25m, IV+.

Simone sull’ultima lunghezza, IV+.
Dall’ultima sosta si prosegue su facili roccette fino al pianoro erboso con alberi ai lati. Si risale quindi il prato pendente fino a giungere alla cresta che si segue fino al libro di vetta.
Una via veramente per tutti, semplice e di facile lettura, ben protetta grazie ai numerosi cordoni in loco. Il tratto centrale è un po’ discontinuo ma nel complesso non disturba la progressione che si svolge sempre spensierata. Attenzione soltanto al sentiero di rientro che attraversa un canale sassoso che termina con un bel salto nel vuoto. Da evitare assolutamente in caso di pioggia o se è presente neve in uscita.