Con la voglia di esplorare qualcosa di nuovo ci allontaniamo dalle zone a noi note per raggiungere il passo Duran, base di partenza per molti itinerari sulla Moiazza. Come entry level della zona scegliamo di salire la via “Decima-Cimpellin” alla Pala del Bo, una via non troppo lunga e con alcuni tiri interessanti e divertenti. A dire la verità non è molto chiaro quale sia la linea originale in quanto relazioni differenti tracciano percorsi diversi. Noi abbiamo seguito quella che pare essere quella corretta visto anche lo stato dei chiodi che abbiamo rinvenuto durante il percorso.
Il primo tiro attacca subito a destra di un evidente canale lungo placchetta con cordone alla base. Si sale rimanendo tutto sommato vicini al canale in quanto la parete verso destra è molto erbosa e poco attraente. Senza percorso obbligato si vincono le facili placconate appoggiate iniziali fino a che si giunge ad un primo terrazzino. Si prosegue dunque costeggiando il canale lungo muretti, ora leggermente più verticali, raggiungendo la quota del grosso masso incastrato all’interno del camino. Rimanendo ora nella fascia rocciosa compresa tra il camino di sinistra ed un grosso mugo sulla destra si salgono le ultime roccette che conducono ad un terrazzino antecedente un minuto mughetto che si attrezza per la sosta. Tiro completamente da proteggere, su roccia buona anche se in alcuni punti è necessario prestare attenzione a quello che si prende. 50m, III.

Simone sulla prima lunghezza, III.
La seconda lunghezza riparte a sinistra rispetto al mughetto di sosta lungo placchetta appoggiata ed intervallata da numerosi tratti erbosi. Questo è senza dubbio il tiro meno interessante di tutto l’itinerario vista anche la qualità della roccia non eccelsa. Si arrampica tendenzialmente mantenendo la verticale fino a che non si sbuca su larga cengia chiusa da pronunciata parete strapiombante. Inizia ora un breve traverso verso destra che la aggira camminando lungo gli scalini terrosi che si susseguono uno dopo l’altro. Alla prima opportunità si torna a salire su roccia proseguendo leggermente verso sinistra fino a giungere sul pilastrino chiuso tra canale e mughetti. Si segue quest’ultimo fino che, appoggiandosi, incontra una serie di mughi che ostacolano leggermente il passaggio. Questi possono essere usati come protezioni rapide prima di essere superati puntando ad una larga nicchia su terrazzino di sinistra dove è ben visibile la sosta con fix recente e cordone. 55m, III.

L’inizio della seconda lunghezza, III.
Il terzo tiro è particolarmente breve ma consente di guadagnare la base di un bellissimo camino protagonista della lunghezza successiva. Dalla sosta si traversa verso destra sempre lungo prato seguendo la flebile traccia che inizialmente discende molto leggermente. Si giunge quindi, dopo essere passati al di sotto di un mugo, ad un terrazzino alla base del camino dove si attrezza la sosta dove torna più comodo. 10m, I.

La fine del traverso del terzo tiro, I.
La quarta lunghezza, davvero meritevole, vince il camino oltre la sosta seguendolo per tutta la sua interezza. Dalla sosta si superano però prima le roccette appoggiate che separano dall’entrata del camino. Favorendo la parete di destra ci si alza ora fino ad agguantare la bella e solida presa sporgente che, con passetto atletico, consente di superare il salto iniziale e rientrare poi verso sinistra in corrispondenza di un chiodo. Il camino prosegue ora obliquando costantemente verso sinistra attraverso arrampicata piuttosto fisica e continua, senza riposi veramente comodi. Si arrampica prevalentemente sfruttando le due pareti laterali sia per le mani che per i piedi prestando attenzione ogni tanto a qualche masso poco stabile. Qualche chiodo è presente lungo il percorso ma la maggior parte del tiro è da proteggere anche se i punti in cui inserire materiale non mancano rendendo la salita abbastanza sicura. Verso il termine il camino muta in diedro con bellissima placconata lisciata sulla sinistra. Qui la progressione avviene grazie alla fessurina centrale che inizialmente è svasata ma dopo qualche metro ospita prese migliori. I piedi sono invece quasi sempre a spalmo ed è necessario un movimento deciso per rimontare sul terrazzino soprastante dove si sosta attrezzando sulla coppia di chiodi di destra. 35m, IV+.

Martina lungo il diedro finale della quarta lunghezza, IV+.
Il quinto tiro prosegue lungo le roccette frastagliate, che si sviluppano a sinistra rispetto alla sosta, rimandendo sempre esterni rispetto all’evidente canale di destra e prediligendo le placchette che si susseguono. La linea da seguire non è chiara ma, obliquando leggermente verso sinistra, si trova un chiodo più o meno a metà lunghezza. Per il resto il tiro è da proteggere ma la roccia offre molti spunti dove inserire dadi e friends. Verso la fine del tiro la roccia si appoggia e ci si deve fare largo tra i mughi (qualcuno evidentemente tagliato per permettere il passaggio) che anticipano la larga cengia prativa dove è possibile sostare comodamente attorno ad un grosso masso attrezzato per l’occasione. 32m, IV.

L’inizio del quinto tiro, IV.
Seppur breve la sesta lunghezza è molto bella e scenica. Trattasi di una traversata verso destra lungo stretta cengia particolarmente esposta che i pochi metri aggira la parete trovandosi così alla base di un evidente camino che si segue nel tiro successivo. L’arrampicata è tutto sommato semplice con i piedi che si spostano lentamente lungo la cengia ascendente e le mani alla ricerca di quelle prese che consentono di mantenere il corpo il più attaccato possibile alla parete. Lungo il traverso sono presenti una coppia di chiodi e ogni tanto è possibile anche integrare con protezioni rapide. Si sosta su 2 chiodi che non danno l’impressione di essere molto stabili ma anche qui c’è possibilità di rinforzo. 15m, III.

Simone sul traverso del sesto tiro, III.
L’ultimo tiro risale lungo il camino che si sviluppa a partire dalla sosta con arrampicata sempre verticale e divertente. Sebbene dal bosco sottostante il camino appaia piuttosto repulsivo in realtà si lascia scalare senza troppi problemi ospitando molteplici prese ed appoggi. Dalla sosta si riparte seguendo il breve muretto di destra che conduce al camino. Qui si risale preferendo la fascia rocciosa di sinistra fintanto che il camino è largo. Appena questo si restringe si possono iniziare ad utilizzare, in spaccata, entrambe le pareti per la progressione. Verso il termine del camino lo si abbandona favorendo ora la placconata di destra che, salita diritti per diritti, conduce ad un cordone incastrato attorno ad un masso. Questo segnala l’inizio di un traverso verso destra che segue la naturale fessura orizzontale che taglia la parete ed aggira il tettino soprastante. Si entra quindi in un canalino che si sviluppa verso sinistra e che porta, senza ulteriori difficoltà, direttamente al culmine della parete dove si attrezza la sosta finale su uno dei grossi mughi a disposizione. 45m, IV.

La linea dell’ultimo tiro, IV.
Via corta ma che ospita alcuni tiri interessanti. Molto belle sono la quarta e l’ultima lunghezza mentre le prime sono spesso intervallate dalla vegetazione che spesso ostacola la progressione. Nel complesso però, se non si è troppo esigenti, la salita merita sicuramente un giro! La chiodatura è essenziale ed è spesso necessario integrare anche lungo i tratti più ostici del percorso.