La Regina del Lago – Settore A

Due Sfere 6c+ / 18m

Via dalla linea sinuosa, delicata, tutta di equilibrio, dalle movenze raffinate, per nulla di forza. Il passaggio chiave è sopra il tettino, una bellissima placca, compatta e liscia. La partenza non è difficile, dopo un breve tratto di rampa non protetta si giunge alla base della parete decisamente verticale. La logica della via prevede il superamento del tetto sulla destra, per poi rimontarlo. Da qui in poi le prese scolpite diventano sempre più rare lasciando spazio a microtacche. La pendenza è quella giusta per rimanere in equilibrio facendo aderenza con i polpastrelli nei naturali buchetti scavati e tenendo il corpo il più possibile attaccato alla parete. Il traverso per raggiungere la sommità del tetto è tutto un viaggio, servirebbero delle ventose. La lentezza di esecuzione per non perdere aderenza unita alla meticolosa ricerca di un appiglio un pò più scavato di un altro, rendono questo passaggio e il resto della via, che ne condivide lo stampo, veramente divertente. Il passaggio subito sopra il tetto è abbastanza obbligato, leggermente più appoggiato del precedente, ma anche più liscio. Nella parte più bassa si trova un comodissimo bidito scavato per la mano sinistra e poco sopra una crepa ingiallita per la mano destra. Per i piedi c’è poco nulla, giusto qualche pancietta di roccia levigata sulla destra. Appoggio il piede e spingo, lascio rapidamente il bidito sinistro per portare la mano nella crepa assieme alla destra, alzo il piede sinistro nel buco liberato e mi riequilibrio. L’ultimo tratto si fa un pò fisico per le dita. Sulla destra in alto c’è una pinzata delicata su liste verticali decisamente poco marcate. Qui l’unica è tenere stretto e spingere, anche in questo caso sul liscio della placca, fino a giungere con la mano sinistra su una comodissima e scavata presa dove la via si conclude.

 

Illusione 6a+ / 20m

Via tecnica con bella e pronunciata pancia che spinge all’infuori e fa il grado della via. La partenza è su roccia scavata e appoggiata, con l’unica pecca della eccessiva distanza del primo spit a circa 6 metri dal suolo, all’attacco della verticalità. La progressione è su lame e rovesci abbastanza marcati fino alla pancia centrale. Una crepa poco scava accompagna verso destra la parte inferiore della difficoltà, formando un ultimo buon punto di resting. Sopra la crepa la parete è caratterizzata da piccoli svasi e goccie su cui fare aderenza. Il gioco è quello di far tastare ai polpastrelli quali siano le goccie più pronunciate. In particolare per la mano destra c’è una pinzata non troppo lontana, e per la sinistra qualche piccolo svaso sul quale aderire. La velocità di esecuzione è essenziale per non bruciare troppe energie che faranno comodo più avanti. Con le mani incollate sulla roccia si alzano bene i piedi, prima il sinistro e poi il destro e spingendo si entra con le dita, con la mano, con l’avambraccio oppure con tutto il corpo all’interno dell’enorme buco soprastante. Si rinvia rapidamente perchè qua la gravità si fà sentire parecchio e il resting è molto limitato. La soluzione migliore è rimontare completamente la pancia facendo atenzione a non scivolare nello svaso rimanendo incastrati. Un ultimo e facile tratto ci separa dalla catena.

 

Sotto Zero 5b / 20m

Without Name 5c / 32m

Gaudì 6a / 30m

Tachicardia 6b+ / 30m

Antibiotico 5c / 25m

Tannino 6b / 15m

Pettirosso 6a / 28m

Biancaneve 6a / 25m

Esmeralda 6b / 25m

Sassi e Sesso 6a+ / 20m

C.N.S.A.S. Val di Ledro 6b / 20m

9 Febbraio 6a / 30m

Nuovi Poveri 6b / 30m

2 Cinghiali 6a / 32m

Gli invisibili 5c / 25m

Via senza troppe difficoltà su marcati svasi e comodi appigli. Ben chiodata e ottima come riscaldamento.

Senza Nome ? / ?m

Il tempo che passa 6a+ / 22m

Bella via, un pò tettosa, un pò panciosa e un pò placcosa. Il tettosa comporta passaggi rapidi e precisi ma senza bisogno di grande tecnica mentre il pancioso al contrario gioca tutto sull’equilibrio da spingere al massimo contro la roccia. Il placcoso, infine, richiede molta aderenza sulla roccia. Il tettino in partenza è agevolmente superato ringraziando i maniglioni subito sopra di esso. La forza bruta non serve, in quanto breve e poco esposto, al contrario molto atletico e divertente. Il tratto chiave è subito sopra. Una bellissima panciona, liscia e compatta attende di essere salita. Qui c’è poco, sia per le mani che per i piedi, passettini corti vengono alternati al fine di raggiungere il maniglione di destra. Da qui in poi si alternano comodi terrazzini a placche corte la cui unica difficoltà è il riuscire ad alzarsi bene con i piedi per allungarsi verso i buconi in alto.

 

Geisha 6a / 22m

Sulla falsa riga della via precedente che le scorre accanto sulla sinistra, senza tetti e senza pancie ma con più placche e terrazzini.

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