Oksana

Pomeriggio mettono tempo incerto, giornata ottima per per fare una via non troppo lunga in mattinata in valle del Sarca. La scelta questa volta ricade su “Oksana” sul Sass dela Vecia alle Coste dell’Anglone, proprio sopra l’abitato di Ceniga. Sulla carta 8 tiri con difficoltà abbastanza continue intorno al 6a+ con brevi passi di 6b. La mattina il cielo sopra di noi è limpido, ma in lontananza verso Riva del Garda qualche nuovolona grigia inizia già a fare la sua comparsa. Tutto sommato sembra che il meteo regga e verso 10:30 approcciamo la via.

Il primo parte subito forte: boulderino in partenza che lascia presumere che il resto della via non sarà proprio una passeggiata. Fortunatamente il passaggio è breve ed abbastanza indolore se si trovano le giuste prese. Superato il primo tratto si traversa di netto verso destra per qualche metro per rimanere sui tratti meno terrosi della roccia. Da qui si riprosegue verticalmente con bellissima arrampicata in placca con lama verticale di supporto sulla destra. Centralmente invece qualche buchetto ben lavorato permette di giungere sul largo terrazzino con passo finale atletico. 6a+/6b, 30m.

Simone sul primo tiro, 6a+/6b.

La seconda lunghezza risale verso sinistra su facili roccette passando inevitabilmente attraverso qualche albero fino a giungere alla sosta attrezzata con cordoni su un albero. 3a, 20m.

Il terzo tiro si svolge prevalentemente in placca con passaggio finale all’interno del diedro che caratterizzerà la salita del tiro successivo. La placca sottostante non presenta particolari difficoltà se non un passaggino verso la metà. Si tratta di un ostico traverso verso sinistra con pochi piedi e mani scadenti: è necessario fidarsi molto dei piedi ma il passaggio è ben protetto quindi respiro profondo e via. Da qui un breve tratto con arrampicata facile porta alla base del diedro. Approciandolo sulla destra si giunge brevemente alla sosta. Controllare bene le prese alla base del diedro perchè alcune non sembrano molto stabili. 6a+, 30m.

Martina in uscita del terzo tiro, 6a+.

Il quarto tiro è forse il più bello di tutta la via: si sviluppa verticalmente in un bel diedro tecnico con belle prese per mani e piedi. La roccia, sempre solida, varia tra le tipiche gocce di calcare, belle canne e conglomerati grumosi che creano stabili supporti per i piedi. L’arrampicata risulta molto divertente e, anche se per poco, libera dalla vegetazione che caratterizza gran parte della via. Alla fine del diedro si presenta un breve traverso verso destra prima di arrivare alla sosta su un terrazzino all’ombra di un albero. 6a+, 30m.

Gambe aperte sul diedro della quarta lunghezza, 6a+.

Il quinto tiro è molto breve e le difficoltà sono limitate ai primi 6-7 metri. Il tratto è leggermente strapiombante ma è sempre caratterizzato da buone prese per le mani e per i piedi. Superato questo spezzone la via continua per qualche metro su terrazzini terrosi per poi tornare su placca verticale per gli ultimi metri. La placca va affrontata sulla destra in quanto alla sinistra sono presenti un pò di roccette instabili. La sosta si trova proprio a metà placca, poco sotto l’evidente tettino. 6a+, 20m.

Simone all’inizio del quinto tiro, 6a+.

La sesta lunghezza conclude la placchetta appena scalata e si approccia al tetto che, assieme all’ultimo tiro, giustifica il grado complessivo della via. Nonostante possa sembrare ostico in realtà a nostro avviso il passaggio chiave sono i 5-6 movimenti molto tecnici perima di giungere allo strapiombo. Il passaggio sul tetto, per suo contro, è molto ben manigliato e l’unica difficoltà reale sta nel raggiungere la tasca soprastante tenendo un rovescio ed alzando bene i piedi. Oltrepassato lo strapiombo si scala ancora per pochi metri per addentrarsi nella cengia dove è presente la sosta. 6b, 25m.

Approccio al sesto tiro, 6b.

La settima lunghezza risale la facile placca inizialmente verso sinistra seguendo la linea degli spit per poi traversare per qualche metro verso destra ed infine risalire verticalmente fino alla sosta. L’arrampicata non è particolarmente entusiasmante e risulta intralciata dalla vegetazione. La scelta di utilizzare due mezze corde piuttosto che una corda da singola si è rivelata particolarmente utile in questo tiro per evitare attrito eccessivo. 5b, 20m.

Zigzagando sulla settima lunghezza, 5b.

L’ultima lunghezza sembra una fotocopia del sesto tiro: passaggini tecnici in placca e risalita del tetto soprastante. La placchetta sotto il tetto non è affatto banale ma si supera con qualche gioco d’equilibro stando sulla destra. Una volta giunti sotto il tetto ci si allunga per raggiungere la comoda ed evidente presa sulla destra che si tiene per alzarsi bene e riposizionare le mani alte nelle taschine sopra lo strapiombo. Da qui in poi è pura formalità: dopo un breve tratto verticale, una placchettina breve ed appoggiata conduce direttamente all’ingresso del bosco dove è presente l’albero con l’ultima sosta decretando così la fine della via. 6b, 30m.

Oksana è una via nel complesso piacevole, mai faticosa, senza difficoltà eccessive e dalla linea estremamente logica. Oltretutto le protezioni sono molteplici lungo il percorso e ravvicinate tra loro il che rende l’arrampicata sicuramente più spensierata. Una linea sicuramente consigliata per una mezza giornata nella valle del Sarca.

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