Cima alle coste – Parete di Sherwood – Via Little John

Sveglia 8:30, per preparare il materiale con calma. Manuel passa a prendermi per le 9:30, direzione valle del sarca, Dro per l’esattezza. L’obiettivo: la via Little John sulla parete di Sherwood, un conglomerato roccioso alla base della cima alle Coste. Fermata alle Sarche per i panini e poi dritti in valle. Parcheggiamo presso il campo sportivo in località Oltra, ultima controllata al materiale e ci incamminiamo nella strada forestale proseguendo a destra fino ad una stanga con ometto a sinistra per segnalare l’accesso ai tiri su ghiaione. Proseguiamo costeggiando la roccia per una decina di minuti oltrepassando altri multipitch, fino ad arrivare alla via desiderata. Carichi di passione tocchiamo per la prima volta la roccia, sporchetta a prima vista ma attira.

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Il primo tiro è rabbia e sudore, non per la difficoltà, che non è per nulla eccessiva, ma per la roccia che sembra creare un ossimoro con l’aderenza delle scarpette. La crepa su cui lavorare con le mani c’è, non è comodissima ma neanche malvagia, quello che manca è il grip sui piedi. Sicuro di passare carico sulla gamba destra una volta, scivola, due volte, scivola ancora, provo la terza, niente. A malincuore azzero il passaggio dopo aver consumato fin troppe braccia a freddo per compensare l’equilibrio. L’uscita del tiro è una grande pancia compatta da superare infilando le mani nella crepa di sinistra e progredendo impuntandosi con le punte sulle microtacche presenti sulla placca. Qui la pendenza gioca più a nostro favore, e la sosta viene raggiunta senza troppi problemi.

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Il secondo tiro è il più lungo, più entusiasmante, più vivo. La partenza anche questa volta fa da padrona. La verticalità inizia a farsi sentire e i primi 5 metri vengono superati atleticamente facendo opposizione sul pilastrino staccato di fronte alla parete, fino ad arrivare a sedersi sulla sulla vetta per assicurarsi per la prima volta. In spaccata sul vuoto inizio l’ascesa catapultandomi sulla parete principale, che prosegue in obliquo a destra su placca affiancata sulla sinistra da una crepa. Qui la roccia non è ottima, tasto bene prima di decidere di affidarmi ad un appiglio, e proseguo fino ad un terrazzino dal quale si innalza un pilastrino, l’uscita della seconda lunghezza. Le crepe fino ad ora nostre alleate scompaiono e lasciano spazio a buchetti levigati. La roccia fa un pò pancia e con le mani sulla roccia è difficile vedere dove mettere i piedi. Approfitto per il terrazzino per soffermarmi a studiare il passaggio. Memorizzo i possibili incavi per le scarpette e parto. La crepa da raggiungere sulla destra va presa di rovescio ed è bella comoda, da sicurezza e permette di uscire agevolmente e raggiungere la sosta. Il panorama sulle marocche merita la fatica.

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Il terzo tiro è di passaggio, 10 metri di sentierino sulla roccia non protetto per arrivare all’attacco dell’ultimo tiro. La quarta lunghezza è defaticante, l’arrampicata è principalmente su facili blocchi scollegati l’uno dall’altro, intervallati da terrazzini. La sosta finale va fatta sull’albero superata l’ultima pancia di roccia friabile.

La via è stata divertente e in generale ci ha soddisfati, la qualità della roccia tutto sommato è buona, non ci sono segni di usura, qualche sasso è mobile e le placche sono un po sporche. La chiodatura è molto buona, è quasi inutile integrare con dadi o friends. Le soste sono composte da due fix ognuna, portare cordini per integrare. Il panorama è molto godibile, meglio con un buon panino in vetta.

Qui il link alla scheda della via:

Via Little John – Parete di Sherwood – Cima alle coste sud

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