Colico Street Boulder 2022

Un paio di settimane fa, in un bellissimo weekend di inizio Giugno, ci siamo diretti verso il lago di Como, dove, sulle rive del versante Leccese, si è svolto uno street boulder nel paese di Colico. La location è quella classica del paesino lacustre con la piazzetta lungo lago dotata di piccolo porto e riva sabbiosa e prativa che accoglie numerosi bagnanti. L’accoglienza è calorosa così come la temperatura di una giornata che si preannuncia rovente con il sole sempre protagonista. Ritiriamo il pacco gara al Palalegnone dove riceviamo la mappa dei blocchi: 20 amatoriali da 10 punti l’uno ed altri 10 blocchi più complessi dal valore di 30 punti ciascuno. Al netto del lato competitivo si preannuncia una giornata divertente con blocchi per tutti i gusti grazie alla buona varietà.

Per riscaldarci iniziamo con il numero 13: un traverso scimmiesco senza piedi su lunga trave di materiale ferroso dove la difficoltà maggiore risiede nel raggiungerla visto che a malapena lo sgabello a supporto è stato sufficente per arrivare allo start. E per i più bassi ulteriori acrobazie e piramidi umane… La trave è comoda ed il traverso appeso è rapido. Ci rallegriamo di averlo affrontato quando il sole ancora non lo ha reso bollente e ci muoviamo verso il centro dove, all’ombra di un trio di grossi arbusti, sono posizionati i blocchi 12 e 24: due slackline di diversa lunghezza ed altezza. Queste non sono per nulla il nostro forte e dopo qualche risata e tentativo velleitario ci spostiamo lungo il tratto portuale dove incontriamo il blocco numero 11. Questo consiste in un lungo traverso su muretto a secco che fa da frangionde quando il lago è agitato. Oggi è tutto calmo ed anche la traversata passa spensierata grazie alle buone prese per le mani e le nette tacche dove poggiare i piedi. Dirigendosi verso la piazzetta in riva al lago incontriamo, sullo spigolo di un edificio, il blocco 10. Qui arrampichiamo lungo i grossi parallelepipedi che lo strutturano, ad ampie falcate tra le larghe fessure perimetrali. Si può rimanere indifferentemente sullo spigolo, sfruttando entrambi i versanti, oppure prediligere il lato sinistro dove, a circa 5 metri da terra, è posizionato il top. Saliamo un po’ con il timore che il piccolo crash sottostante non serva a molto in caso di caduta ma le prese sono buone e ci rassicurano. Discendiamo altrettanto agevolmente e raggiungiamo la piazzetta dove sono concentrati un po’ di blocchi.

Il 9 consiste in una lunga progressione sottosopra al di sotto di un balconcino che si affaccia sul porto. Qui il percorso è tracciato lungo le travi a T di diverse dimensioni che lo compongono. Movimenti meccanici testano tecnica e resistenza di chi ha voglia di mettersi in gioco. Tornati con le gambe sotto la testa approcciamo in piazza il blocco numero 8: il classico challenge da lockdown dove bisogna orbitare attorno ad una panca, proiettato lungo una seduta di cemento lungo la riva. Viste le dimensione è stato pensato prevalentemente per persone minute. La nostra tecnica è quella che è ma in qualche modo passiamo e ribaltiamo con il ricordo di qualche escoriazione quà e là. Visto che è attaccato tentiamo il nostro primo blocco gara, il numero 23, che si inerpica lungo la volta sinistra di un ampio ed alto arco. Data l’altezza qui, a protezione, c’è uno spesso materasso blu in loco che attutisce dolcemente eventuali cadute. Rimontiamo il facile pilastro iniziale, agevolato dai massi sporgenti della parete di sinistra, e continuiamo lungo il bordo dell’arco su buona listella fino a raggiungere la chiave di volta che accoppiamo lasciandoci andare con i piedi nel vuoto. E’ ora di cambiare zona e spostarci lungo lago attraversando tutto il bagnoasciuga. Verso metà, su pontile di cemento, sono presenti 2 blocchi, il 5 ed il 22 che invitano ad una lunga traversata a testa in giù, con ribaltata finale per il primo e con ostico passaggio sotto il ponte, con ribaltata sul lato opposto, per il secondo. La caduta è attutita dall’acqua ma, sebbene la giornata calda rende questa opzione molto allettante, decidiamo di passare oltre.

Raggiungiamo quindi il muretto a secco al termine della spiaggia dove salgono verticali, e con arrampicata simile, i blocchi 2 e 3. Questi affrontano il muretto sfruttando i massi incastrati che offrono buoni appigli sia per mani che per piedi. Poco più a destra, sul frangionde, è invece stato tracciato un bel traverso sul muro appoggiato che vinciamo con arrampicata di movimento con il fresco delle goccioline provenienti dalle onde che si infrangono contro gli scogli, una goduria in questa giornata calda. Rientrati nell’entroterra ci dirigiamo verso un grosso masso dove sono strati tracciati i blocchi 4 e 21. Il 21 è un blocco gara che vinciamo sfruttando la fine fessurina che, obliquando verso sinistra, punta a prese più comode che ci consentono di rimontare in cima al masso. La linea numero 4 è poco più a destra. Questa è caratterizzata da un allungo iniziale e prosegue più semplice in seguito. Ritorniamo verso il paese e lungo la strada incontriamo il blocco numero 6 che avevamo lasciato indietro. Sulla cima di un bellissimo albero bucato da incavi naturali è posizionata una campanella da suonare per considerare il blocco chiuso. La raggiungiamo con i piedi appendendoci scimmiescamente sui rami. Arrampichiamo a piedi nudi e ci sentiamo così connessi con la natura. Rientrati in piazza una breve sessione di campusing, su travi da allenamento, ci permette di chiudere, non senza sforzo, il boulder numero 7 e proseguire verso la ferrovia sopraelevata.

Sotto l’arcata principale sono presenti i tracciati 20 e 29. Il 29 è un altro blocco gara e risale il marcato arco su listarelle appena marcate ma con buona tenuta. La componente psicologica gioca un ruolo fondamentale visto che le altezze sono importanti. A protezione c’è comunque un grosso materassone dove atterriamo dolcemente raggiunto il top. Il 20 sale invece dalla parte opposta dell’arcata, questa volta lungo il diedro, fino a raggiungere un grosso bullone sporgente a qualche metro da terra. La parte più complessa è probabilmente il tornare a terra visto che già l’arrampicata non era agevole ed il lanciarsi sul crash, vista l’altezza e gli ostacoli nei dintorni, non è un’opzione. Ci dirigiamo ora verso la stazione, non facciamo in tempo a metterci il crash in spalla che sulla struttura lignea, che sorregge una tettoia, sono state avvitate un po’ di prese resinate a tracciare un’altra coppia di blocchi. Il numero 16 risale facilmente il pilastro di sostegno e prosegue a testa in giù lungo la grossa trave che corre orizzontale. Procedendo un arto alla volta, con le mani sui resinati ed i piedi incastrati nella parte superiore della trave, raggiungiamo bradipescamente il termine del blocco. Il boulder numero 30 decidiamo di non provarlo dato che già a prima vista è evidente non faccia per noi. Si tratta di un salto importante, dal muro della casa verso la trave, dove si dovrebbe agguantare una presa resinata decisamente severa e proseguire poi a testa in giù lungo prese altrettanto simpatiche.

Ci dirigiamo piuttosto all’imbocco del sottopassaggio prima della stazione. Superiamo agevolemnte il blocco 17, lungo un muretto a tacchette, ed il numero 19, di simile fattura ma con uscita ingaggiante. Giusto per sport diamo uno sguardo agli altri 2 blocchi gara in zona: il 27 traversa lungo placca a tacche maledettamente scivolose su cui facciamo un paio di giri ma capiamo subito che nemmeno se lo proviamo da qui a fine anno ne usciamo. Il 28 invece è una prova di resistenza sulla trave dove è necessario rimanere appesi per 33 secondi, sulle prese meno marcate, per superarla. Stringendo i denti ci rimaniamo per 30 secondi, peccato ma oggettivamente non avevamo mai toccato una trave in vita nostra, di più non potevamo pretendere. Passeggiando lungo il muro che regge la ferrovia ci imbattiamo, all’ombra di qualche rampicante, nel blocco numero 15 che si sviluppa lungo nette tacche accoglienti traversando dapprima a fil di prato per poi salire in verticale fino al top laddove le piante bloccano il passaggio. Il tempo a nostra disposizione per provare ulteriori blocchi è quasi terminato ed in fretta e furia ci dirigiamo alla rotonda dove ci attendono le linee 14 e 26. A dire la verità la linea è unica e consiste in un’arrampicata su muretto con passaggi obbligati visto che ognuna delle 38 prese segnate deve essere toccata in rigorosa sequenza. Arrivando al termine si chiude il blocco 26, quello gara, altrimenti si può portare a casa il blocco 14 segnando il numero dell’appiglio al quale si è giunti. Con le dita ormai finite dall’intensa giornata arrampicatoria raggiungiamo a fatica la presa numero 16 e ci riteniamo soddisfatti così. Giusto per curiosità visitiamo l’ultimo blocco che ancora non abbiamo visto ma il lavoro di compressione necessario per chiuderlo è evidente anche da lontano e ci desiste dal solo provare.

Giornata finita, è ora di rinfrescarci e premiarci con un buon gelato prima di assistere alle finali. Queste ultime si svolgono lungo percorso aereo dove è necessario dondolarsi tra anelli, cunei e carrucole. Vince chi completa il percorso, suonando i campanacci finali, nel minor tempo possibile. Con gli sciatt nello stomaco e qualcuno ancora tra i denti è giunta l’ora di tirare le conclusioni. La giornata è stata davvero bella e divertente, merito di un’ottima organizzazione che ha saputo tracciare blocchi per tutti i gusti. Colico street boulder non è stata solo arrampicata, ma anche cibo, eventi, slackline e sessioni di yoga. Il tutto nella bellissima cornice del lago di Como. Grazie agli organizzatori per averci ospitati, alla prossima!

Ardesio si Blocca 2020

Ardesio è un piccolo comune Lombardo situato in Val Seriana ed incastonato nelle Alpi Orobie. Il 19 Settembre 2020, nei caratteristici vicoli dell’omonimo paese, si è svolta la terza edizione di “Ardesio si Blocca”, manifestazione di street boulder e slackline. Di contorno all’evento c’è poco, giusto qualche stand in piazzetta perchè l’obiettivo vero è quello di far conoscere il territorio e, visto che era sabato, tutti i locali e negozi erano aperti, così da poter degustare qualche buon prodotto tipico.

Nonostante le ridotte dimensioni del paesino gli organizzatori sono riusciti a tracciare un totale di 45 blocchi molto variegati sia come stile di arrampicata che come strutture su cui arrampicarsi. I blocchi erano divisi in 5 zone e avevano 3 livelli di difficoltà diversi: 19 blocchi facili, 17 blocchi medi e 9 blocchi difficili, un bel pò con cui divertirsi e competere.

Partenza alle 10 di mattina ci dirigiamo verso la zona gialla, limitrofa alla chiesa di San Bernardino. Proprio sul lato più lungo della chiesa è stato tracciato un facile traverso verso destra con culmine alto sullo stipite del portone laterale. Sull’angolo del campanile si trova invece un blocco difficile: con arrampicata verticale si sale il campanile di pietra su piccole presine senza potersi aiutare con lo spigolo laterale. Il top è posto in alto ed ogni tanto qualche pezzo di pietra resta in mano, ma fa tutto parte del gioco, risolviamo comunque il boulder e ci spostiamo sul versante opposto della chiesa.

Sempre su muretto di pietra sono presenti un blocco facile ed uno difficile. Quello facile non presenta sostanziali problemi, ci accompagnano sempre buone prese. Quello un pò più complesso invece si svolge su piccole tacchettine e partenza sit, ma onestamente lo abbiamo trovato piuttosto semplice.

Fronte alla chiesa, all’angolo della strada, flashiamo rapidamente un traverso di media difficoltà con jump finale e ci dirigiamo nel parchetto dove, con altrettanta facilità, saliamo sul blocco tracciato su di un’albero. All’interno dell’oratorio, sul pilone che regge il canestro da basket è tracciato un’altro blocco medio con arrampicata che potremmo simpaticamente definire scimmiesca. Per concludere la zona gialla, lungo la strada principale completiamo un facile traverso ed un’arrampicata verticale su pali e ringhiere.

Ci spostiamo verso il paese per addentrarci nella zona viola. Su di un muretto è presente un facile traverso verso destra. Poco più in là si scala l’interno di una porta in pietra per giungere al top posto sul panoramico e spiovente balcone soprastante. Completa la parte bassa della zona un traverso sul sottoscala di una casa con spallata tutt’altro che banale, soprattutto per persone corte. Verso il centro del paese finalmente incontriamo anche un blocco meno fisico: una scacchiera di rettangoli marmorei costringe ad un’arrampicata d’equilibrio tra le fughe degli stessi. Più avanti, invece, altri 2 blocchi in cui è necessario un buon colpo di reni. L’ultimo blocco della zona è un facile lancetto diretto sul cornicione di una finestra.

La zona rossa è subito dietro l’angolo ed è quella che ospita la maggiore densità di tracciati. Lungo la stradina che porta al santuario della Madonna delle Grazie è presente un bellissimo ed impegnativo traverso su pietra con mani e piedi liberi, in cui è fondamentale capire bene come muoversi. Dopo un paio di tentativi per ricercare gli appoggi migliori finalmente lo chiudiamo. Lì vicino si trovano due facili blocchi: uno con arrampicata verticale su cornicioni e l’altro con partenza su palo e top lato alla casa.

Anche sul santuario della Madonna delle Grazie sono stati tracciati 3 blocchi. Il primo sale verticalmente una facciata del campanile senza difficoltà rilevanti. Il secondo consiste in un bellissimo traverso con mani e talloni sul cornicione e ribaltata finale per raggiungere l’uscita del boulder. L’ultimo si trova sul lato opposto: porta in opposozione, terrazzino intermedio sopra l’arco e top sul bordo della finestra. Proprio quest’ultimo blocco ci ha fatto dannare non poco, ma alla fine lo abbiamo fatto nostro.

Nelle viuzze limitrofe alla chiesa sono presenti altri problemi. Sull’angolo di una casa, su di un muretto di pietra, sono state segnate le prese obbligate di un blocco difficile. Tutto ciò che non era segnato col nastro non si poteva utilizzare. Il primo ed il secondo tentativo falliscono, ma al terzo capiamo il movimento e raggiungiamo il top. Dietro la casa un altro boulder difficile ci aspetta. Si tratta di un traverso verso sinistra su piccole tacche per le mani che ci costringe a mollare del tutto i piedi giunti in prossimità di una porta. Facciamo giusto un paio di tentativi ma sentiamo di non avercene abbastanza, e procediamo per la nostra strada.

Nel cortile davanti al santuario arrampichiamo un basso e non proprio semplice archetto di pietra e iniziamo a salire la stradina per incontrare altri 2 blocchi. Uno medio, troppo fisico per noi, ed uno difficile che risolviamo dopo parecchi tentativi e qualche ferita di guerra, come se avessimo litigato con un gatto. Completano la zona rossa 2 blocchi sparsi tra le vie: il primo è una facile arrampicata verticale, mentre il secondo costringe a salire un camino in opposizione su intonaco instabile e scivoloso per raggiungere il top su cornicione a 5 metri di altezza. Purtroppo non ce la siamo proprio sentita di salire quest’ultimo. E’ tempo di dirigersi verso la prossima zona.

Il primo blocco della zona viola è un facile e bellissimo traverso su solido muretto con, sullo sfondo, proprio il campanile del santuario. Poco più in basso un’altro facile traverso viziato dalla presenza di una macchina parcheggiata proprio accanto. Scesi in piazzetta è presente un ultimo traverso, sempre molto abbordabile ed una breve arrampicata verticale. La “poco popolosa” zona viola termina qui, scendiamo verso le scuole medie per la prossima.

Lungo le scale di emergenza della scuola sono tracciati i primi 2 blocchi della zona arancio. Il primo si tratta di un’arrampicata verticale su trave a “T”, mentre il secondo segue a testa in giù proprio il profilo delle scale per sbucare sul cornicione dal lato opposto che va rimontato per raggiungere l’uscita del boulder.

Nel prato fronte alla scuola sono presenti i rimanenti blocchi posti sui monumeti per i caduti di guerra. Sul primo e più minuto monumeto ci sono due boulder facili che corrono sui lati opposti: il primo è una semplice scalinata alla vetta, mentre il secondo corre su lama verticale. Tentiamo varie volte di scalarla senza successo. Solo quando siamo pronti a mollare troviamo la soluzione al problema e soddisfatti ci dirigiamo verso il monumento più imponente. Qui è tracciato un blocco verticale, bello alto ma allo stesso tempo ben appigliato. Conclude la zona un blocchetto con arrampicata ad incastro tra due piloni e top in cima ad uno di essi.

Terminati i blocchi presenti nelle varie “zone” colorate, rimangono ancora da salire un pò di blocchi sparsi per Ardesio. Due di questi, classificati come difficili, salgono un sassone posto lungo il torrente. Siamo quasi a fine giornata e le dita urlano pietà. Passiamo semplicemente oltre senza nemmeno provare. Andiamo verso una stradina privata dove è presente un lancio veramente lungo. Osserviamo qualche audace ragazzo provare ma capiamo che o sei alto a sufficienza, oppure ti attacchi. Di fronte alla strada c’è invece un caminetto di mattoni molto carino e facile da scalare.

Gli ultimi due blocchi della competizione sono posti nei pressi della chiesa di San Pietro Apostolo. Qui un’altra arrampicata “monkey style” su vecchi travetti in ferro ed una più verticale su finestrella chiudono le danze.

Sono le 16 e abbiamo scalato 19/19 blocchi facili, 15/17 blocchi medi e 5/9 blocchi difficili. Avremmo ancora un’ora di tempo per provare ancora qualche movimento ma ci riteniamo soddisfatti così e consegnamo i risultati di una bellissima giornata. Andiamo a rinfocillarci un pò e ci vestiamo per assistere alle finali alle 18, sul campanile del santualrio della Madonna Delle Grazie. Nonostante ci fossimo qualificati decidiamo, come nostro consueto, di non partecipare.

Come quarti di finale gli atleti qualificati dovevano dimostrare quanta forza nelle dita e resistenza è loro rimasta dopo un’estenuante giornata di arrampicata. La sfida consiste semplicemente nel rimanere appesi il più tempo possibile alla trave: a coppie di 2 chi molla per primo è eliminato. Le semifinali invece si sono svolte direttamente sul campanile con arrampicata verticale in top rope. Anche qui coppie di atleti dovevano raggiungere una campanella posta alla mezzana del campile, il primo che arrivava accedeva alla finale. Per la finale stesso discorso, solo che la campanella era proprio in cima al campanile, più o meno a 40 metri di altezza. Nel complesso è stata una bella battaglia!

Ardesio si Blocca è un’evento sano e simpatico che offre la possibilità a tutti di divertirsi a scalare sulle proprie difficoltà. Se anche voi capita di essere in zona per le prossime edizioni non esitate a farci un salto, è anche una buona occasione per esplorare un territorio nuovo ricco di opportunità. Un ringraziamento alla Pro Loco di Ardesio per averci ospitato, alla prossima!

Ascoli Piceno Street Boulder 2020

Nel weekend pre vacanze abbiamo partecipato all’Ascoli Piceno Street Boulder tenutosi Sabato 12 Settembre 2020 tra le mura circostanti il Parco dell’Annuanziata che domina il paese dall’alto della sua collina. La particolarità di quest’evento è stata la fascia oraria durante la quale si è tenuto il contest: dalle 18:00 alle 22:00. Scelta azzeccata visto la calura che ha accompagnato il resto della giornata! Il problema luce è stato risolto in alcuni punti con dei faretti e dove non è stato possibile piazzarli si è ricorsi a torce e frontalini, rendendo la salita di alcuni blocchi, poco illuminati, ancora più complessa ed entusiasmante.

In totale, nelle 3 macrozone in cui si svolgeva il festival, sono stati tracciati 41 boulder con 5 diversi livelli di difficoltà crescente, dettati dai colori bianco, giallo, verde, rosso e nero. Nel complesso le difficoltà erano ben distribuite dando agli oltre 100 partecipanti la possibilità di divertirsi ma anche di trovare del pane per i loro denti. A contornare gli 8 blocchi bianchi, i 10 blocchi gialli, i 10 blocchi verdi, i 9 blocchi rossi e i 4 blocchi neri c’era musica e cibo tipico della zona cucinato all’intenro di un’oliva all’ascolana gigante!

4 ore per scalare 41 blocchi non sono molte, meglio iniziare a darsi da fare. Scendiamo rapidi in fondo alla prima zona di gara dove è presente un blocco giallo su muretto verticale e top in ribaltata dentro una finestrella, ed un boulder rosso d’opposizione sullo spigolo delle mura.

Tutta la prima zona è caratterizzata da antri e rientranze arcuate che formano delle specie di grottine. All’interno di queste sono presenti numerosi boulder. Nella prima che si incontra salendo dal basso è stato tracciato un bellissimo traverso costringe ad arrampicare su tutti e 3 i lati della struttura per raggiungere il lato opposto della finestrella precedente. Nell’antro seguente altri 3 blocchi: un giallo con arrampicata verticale, un traverso verde basso verso destra con uscita verticale sullo spigolo ed un blocchetto rosso facile su tacchette.

Nella grotta successiva un giallo con partenza non proprio banale, un’altro giallo con traverso basso, un verde con facile arrampicata su mattonelle ed infine un lungo traverso rosso. Proprio quest’ultimo ci ha fatti sudare parecchio costringendoci a provare e riprovare diverse soluzioni per arrivare a chiuderlo. Le prossime 2 grotte ospitano i blocchi neri, decisamente più difficili. Ci fermiamo ad ammirare qualche movenza di arrampicatori più forti di noi e ci limitiamo a salire qulche masso più facile appena limitrofo.

Nell’ultima “grotta” aperta, in cima alla salita, sono stati tracciati 2 blocchi verdi strapiombianti e leggermente fisici, un lancio giallo e un bianco sullo spigolo. Tutti i percorsi in questa grotta prevedevano ribaltata e uscita dall’alto non sempre facile. Per completare tutti i percorsi della prima zona, tra una grotta e l’altra sono presenti due blocchi verdi su due diverse pareti appoggiate: il primo con movimento d’equilibrio ed il secondo più di dita.

Completata la prima zona ci spostiamo verso la seconda dove, all’interno delle suggestive logge nel parco dell’annunziata, si trovano tre traversi (uno bianco, uno giallo e rosso) da fare rigorosamente scalzi. I cornicioni bassi offrono infatti buonissimi appogi per i piedi mentre le tacchette ed i piccoli buchi mettono a dura prova le nostre dita ed i nostri polpastrelli. Togliesi le scarpette e camminare sul fresco travertino è comunque piacevole dopo un oretta comoda di arrampicata quasi continua.

I prossimi blocchi del settore si trovano sulle mura esterne: un lungo e basso traverso verde mette a dura prova chiunque abbia una statura superiore al metro e 50. Sulla stessa parete è presente un problema giallo caratterizzato da un simpatico lancio con rincorsa. Svoltato l’angolo troviamo un altro percorso giallo molto divertente con tannollata iniziale e monoditi per tiarsi su. Completano questo settore un traverso rosso con tacchette molto impegnative ed un nero che non abbiamo provato. Passando lungo un muro, ormai completamente al buio, sono tracciati gli ultimi percorsi della zona: due bianchi verticali con top in alto sul cornicione ed un lancio orizzontale giallo molto estetico da vedere. Con le dita ormai distrutte siamo pronti per dirigerci verso l’ultima zona.

Scesi qualche gradino al di sotto del parco, a ridosso della strada sono stati tracciati altri due traversi abbastanza lunghi: uno bianco ed uno verde su muretti verticali. Poco più sotto, su un muretto a secco, sono presenti le ultime 4 fatiche della serata. Ad aprire le danze un blocco rosso molto facile, ed alla sua destra, a pochi passi, un bianco con analogo stile e top a metà muretto. Sull’altro versante del praticello un’altro blocco rosso ed un’altro blocco bianco, questa volta con top al bordo.

Senza nemmeno accorgersene sono giunte le 22:00, e dopo 4 ore di tour de force è ora di fare i conti: 5/8 bianchi, 10/10 gialli, 8/10 verdi, 8/9 rossi e 0/4 neri. Siamo soddisfatti, non ci resta che rinfocillarci un po’ e gustarci le finali che si tengono su un blocco di boulder bello altro e su un muretto con arrampicata in top rope. Gli atleti qualificati hanno mostrato le loro abilità ed è stato un piacere vederli arrampicare e mungere ogni tacchetta, ci sudavano le dita per loro!

Nel complesso quella di Ascoli è stata un’esperienze piacevole dove ci siamo divertiti e abbiamo potuto degustare qualche prodotto locale (ottima la focaccia all’olio offerta all’evento). Anche il centro di Ascoli Piceno merita senza dubbio una visita! Complimenti per il lavoro svolto, ci vediamo l’anno prossimo!

Frasassi Climbing Festival 2020

Dopo aver passato un estate intera circondati da dolomia questo weekend abbiamo optato per qualcosa di diverso. Abbiamo deciso di partecipare al Frasassi Climbing Festival 2020 che si è tenuto nel suggestivo borgo di Serra San Quirico (AN) tra il 5 ed il 6 Settembre. Come il nome suggerisce il festival è incentrato sull’arrampicata ma non solo: all’interno della kermesse sono in realtà presenti molteplici altre attività molto interessanti tra cui il trekking e la speleologia, la mountain bike e lo yoga nelle bellissime grotte di Frasassi. Il tutto è contornato da stand ed esposizioni, esibizioni di pole dance e calisthenics, cibo e musica. Insomma c’è qualcosa un pò per tutti i gusti. Tra le attività prettamente arrampicatorie ci sono invece la Frasassi challenge (una maratona di 24 ore nelle falesie limitrofe) oppure lo street boulder nel centro del paese. Personalmente ci siamo concentrati proprio su quest’ultima attività.

Scalare tra le vie di un centro abitato è un’esperienza sempre gradevole ed appagante che in generale consigliamo. Qui a Serra San Quirico, dove ogni casa, muro e strada del centro medievale sono costruiti con pietre e sassi, l’esperienza è ancora più soddisfacente. Esplorare e perdersi tra i stretti vicoli, sopravvissuti alle insidie del tempo, va poi al di là della semplice scalata.

Intorno al paese sono stati tracciati un totale di 50 blocchi divisi per 5 diversi livelli di difficoltà crescente identificati dai colori bianco, giallo, verde, rosso e nero. Con 8 blocchi bianchi, 12 blocchi gialli, 13 blocchi verdi, 12 blocchi rossi e 5 blocchi neri i tracciatori hanno sapientemente dato l’opportunità sia a principianti che ad atleti più esperti di confrontarsi sul grado a loro più consono.

Partenza alle 10:00 e mani sui primi blocchi, iniziamo con qualcosa di semplice giusto per scaldarsi. Nella zona adibita a camping per le tende sono allestiti dei blocchi abbordabili, un jump da seduti, un traverso su muretto pendente e la scalata di un albero. Il sole iniza già a farsi sentire nonostante sia mattina e già sotto le magliette si suda. Giusto il tempo di fare qualche altro traverso e risolvere alcuni blocchi gialli, verdi e rossi e corriamo a cercare qualcosa più fresco.

La prossima zona è perfetta: lungo un muretto alto 4 metri sono tracciati 3 blocchi verticali con top sul ciglio del muretto stesso. Qui il sole è appena arrivato e un’albero ombreggia ancora uno dei blocchi, tira un aria più fresca in generale. Risolviamo senza troppa difficoltà tutti i blocchi proposti caratterizzati da un’arrampicata su mattoncini con buone prese e ci avviamo verso i prossimi.

Questi finalmente sono puramente all’ombra, in uno stretto vicolo, ma come era immaginabile sono stati letteralmente presi d’assalto e per l’emergenza covid attuale abbiamo preferito saltarli per evitare ulteriori assembramenti. Siamo tornati nel pomeriggio per vedere se la gente si fosse un pò dispersa ma non abbiamo avuto fortuna. Forse l’unica critica costruttiva che ci sentiamo di muovere è proprio questa: in certe zone decisamente poco spaziose sono stati tracciati troppi blocchi contigui creando, inevitabilmente, code ed assembramenti.

Tornati sui nostri passi ci siamo spostati verso una via caratterizzata da blocchi leggermente più duri in cui abbiamo trovato poca gente ma soprattutto pane per i nostri denti. Dopo un paio di blocchi chiusi e un bel pò di tentativi a vuoto su altri boulder decidiamo di non bruciare tutte le energie qui e di spostarci verso un’altra zona.

Ci troviamo in poco tempo in cima al paese dove sono presenti diversi blocchi con arrampicata “classica” su muretti verticali ed un blocco molto divertente ed impegnativo con top a testa in giù, appesi con i piedi sul davanzale di una finestra. Abbiamo provato in tutti i modi, più o meno eleganti, a raggiungerlo, sia frontalmente faccia a muro, sia appesi con i talloni schiena a muro. Niente, quella dannata mano non si riesce a staccare dal davanzale, rinunciamo e passiamo oltre.

Qualche metro più in là il sole picchia forte e le pietre a terra sono roventi a contatto con i piedi scalzi. Il sudore che gronda dalle nostre fronti però non ci ferma ed approcciamo un bellissimo traverso lungo una ventina di metri, inizialmente su piccole tacche per poi trovare prese più comode, un piccolo viaggio orizzontale. Al suo termine sono presenti altri 2 boulder, un sit start verticale in cui il colpo di reni iniziale rappresenta la difficoltà maggiore e un blocco in da arrampicare in opposizione tra le colonne di un arco.

Dopo un breve momento di ristoro per recuperare un pò di energie ci spostiamo finalmente all’ombra di un lungo sottopasso di pietra. Nell’arco di ingresso è tracciato un blocco molto estetico che lo percorre nella sua interezza. All’interno del tunnel invece sono presenti un paio di facili traversi e qualche trave di legno da traversare per intero. Sull’uscita nell’altro versante un bel traverso senza piedi su trave a “T” in ferro.

L’ultima zona che siamo andati ad esplorare è stata quella adibita a lanci. Dopo una giornata passata a torturare le falangi su tacche e microtacche è proprio quello che ci voleva. Qui sono proposti 2 tipi di lanci diversi, uno dinamico, da un anello di ferro al ciglio del muretto, ed uno più statico, partendo in equilibrio su una feritoria per raggiungere anche qui il culmine. Completamente a sinistra una simpatica rampa rigorosamente “no hands”. Poco più in su invece un bellissimo traverso diviso in 2 parti: la prima metà molto appigliata per le mani, mentre la seconda molto bella per i piedi ma su cui le mani erano vietate costringendo ad un traverso di 6-7 metri in equilibrio, petto alla parete. C’è giusto il tempo per un facile blocco isolato che sono giunte le 16:30, l’ora di termine attività per quanto riguarda lo street boulder. Soddisfatti torniamo al village per goderci la finale, ma prima un bel (e buon) gelato!

Alla fine della giornata, conti alla mano, abbiamo collezionato un buon bottino di 27 blocchi chiusi tra cui 6/8 bianchi, 6/12 gialli, 8/13 verdi, 7/12 rossi e 0/5 neri che sono valsi un sesto posto complessivo ed un ripescaggio per la finale a 5 a cui però ho personalmente scelto di non partecipare. Più che blocchi e punti alla fine abbiamo collezionato esperienze, sorrisi e tanto divertimento, tutto quello che ci aspettavamo da una giornata e da una manifestazione del genere.

Le finali dello street boulder si sono svolte su struttura montata all’interno del village e hanno visto competere i qualificati di entrambe le categorie (maschile e femminile) per la gloria al meglio di 3 blocchi. Non si può dire che lo spettacolo non sia mancato! Nel complesso quella del Frasassi Climbing Festival, per tutti gli amanti dell’outdoor, è una 2 giorni tutta da vivere in un ambiente sano ed amichevole. Grazie per averci ospitato e non vediamo l’ora di tornarci anche la prossima edizione!

Adventure Awards Days – Arco Rock Stars

Il weekend scorso ad Arco si sono svolti gli Adventure Awards Days, una tre giorni di eventi dedicati all’avventura, con proiezione di film a tema ed una moltitudine di eventi principalmente a tema outdoor. Per l’occasione ci siamo iscritti per la prima volta al contest fotografico di Arco Rock Stars, sotto la categoria Open (fotografi amatoriali), un modo anche per passare delle belle giornate in compagnia, in quello che di fatto è un santuario per l’arrampicata e per lo sport in generale.

Il tema del contest ruotava attorno al mondo del climbing, uno scatto doveva avere come oggetto l’arte arrampicatoria, un altro il background (natura, avvicinamento, fatica, amicizia…) e l’ultimo doveva essere un omaggio, per il 90° Anniversario dell’azienda trentina “La Sportiva”, allo stile vintage. Per l’occasione ci siamo spinti verso l’ignoto di un posto in cui non eravamo mai stati, la falesia delle Piazzole sul monte Padaro.

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L’avvicinamento non è comodissimo, 25 minuti su sentiero pendente, ma ne vale veramente la pena, sia per la roccia, incredibilmente immacolata nonostante sia a 2 km da arco, ma soprattutto per lo stupendo panorama che è possibile scorgere dal top delle vie.

Con uno spettacolo del genere avevamo il background perfetto: sole, ambiente e caldo, tanto caldo. Se pure i climber fossero stati all’altezza… Per il primo tentativo decidiamo di provare a salire un 6b+ posto sullo sfondo di un tetto abbastanza accennato. Le foto sono venute abbastanza bene però il climber si vede appena, è tanta natura e poco climbing.

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Nonostante questa foto ci piacesse parecchio, anche un po’ per cercare di risaltare maggiormente il gesto tecnico, decidiamo di cambiare via ed optiamo per un 7a+ leggermente esposto, ma sempre con sottofondo lago. Arrampicare qui è una meraviglia, una roccia solida, compatta, pulita e soprattutto leale. La via è tosta, molto, ogni foto esce con una smorfia di sofferenza. Non volevamo essere finti, volevamo arrampicare, e ciò che veniva, veniva. Purtroppo è venuta questa.

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Proviamo a farne altre, tra scatti palesemente finti e prove di volo non troppo ben riuscite, spostandoci su un’ altra via, un 7a orientato più verso Arco che verso Riva, ma niente, di meglio non esce. Ci concentriamo allora sulla categoria background/amicizia. Su questo tema abbiamo avuto relativamente poche idee, abbiamo fotografato un po’ l’avvicinamento ed un po’ ciò che, secondo noi, è la complicità.

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Per ultimo rimanevano da fare le foto in stile vintage. Probabilemente siamo vecchi dentro e per l’occasione tutta l’old school repressa è uscita con forza. Abbiamo dato il meglio di noi. Con un outfit preparato per l’occasione, anche se non proprio perfetto e corrispondente alla realtà del tempo, si sono digitalizzati gli scatti, a nostro parere, i più riusciti.

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Siamo infine stati alla premiazione, dove sono state mostrate le foto in concorso per la categoria PRO (fotografi professionisti). Che dire, i nostri occhi sono stati deliziati da scatti veramente spettacolari, meravigliosi, in una location altrettanto unica, una saletta di palazzo Marchetti ad Arco, piena di affreschi. Per quanto riguarda noi, non abbiamo vinto nulla, ma abbiamo fatto un’ esperienza davvero gradevole, abbiamo scoperto un posto altrettanto speciale, a due passi da casa, e ci siamo fatti delle grosse risate a rivedere tutto il set della nostra fidata notprofessionalphotographer… Le foto che alla fine abbiamo presentato sono le seguenti, foto che scolpiscono fin da subito un capitolo unico ed indimenticabile del nostro presente, foto che avranno una storia da raccontare nel nostro futuro.

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