Il Bersaglio – Settore A

Il settore A, rispetto al settore soprastante presenta un’arrampicata molto più fisica, su roccia prettamente gialla, a gocce e leggermente strapiombante. Nella parte centrale del settore è comunque presente una serie di vie dove l’equilibro rimane la componente principale, per gli amanti della placca.

Missiva di Pietra 6a+ / 20m

Il Ruba Cuori 6a / 18m

Via molto divertente, con singolo atletico a metà lunghezza. La prima parte si inerpica su una serie di terrazzini abbastanza solidi ma su cui è comunque necessario prestare la massima attenzione. Arrivati sull’ultimo terrazzino, dove la verticalità prende il soppravvento, inizia l’unica difficoltà della via. Qui un tacca sul diedro di destra permette di rinviare abbastanza comodamente e proseguire poi con decisione fino a raggiungere la colata a gocce poco più in alto. Alzati i piedi si affrontano senza troppi problemi gli ultimi metri che ci separano dalla catena, su roccia gialla a tacche.

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Umberto su Il Ruba Cuori – 6a

Canyamel 6a / 20m

Poetica 6c / 20m

Poetica è una via estremamente interessante, con singolo passaggio da studiare e lavorare. La prima parte è leggermente appoggiata e caratterizzata da una serie di lame orientate in vari modi. Arrivati alla sezione gialla, ci accolgono una serie di colate verticali, solidificate a squame, molto particolari. Da qui l’arrampicata continua su tacchette obbligate che o si tengono o non si sale. Qui il singolo è da capire e soprattutto tenere, senza andare troppo sulla destra per non uscire dalla via! La parte superiore non presenta sostanziali difficoltà.

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Umberto su Poetica – 6c

L’uomo dietro la Porta 6b+ / 20m

Gioie e Motori 6b / 20m

Se dalla base la via vi sembra fisica avete ragione. La prima parte, come la maggior parte delle lunghezze di questo settore, offre un’arrampicata semplice e divertente. I primi problemi iniziano quando la roccia inizia a cambiare colore. La sezione gialla a gocce va affrontata con intelligenza perchè se si sbaglia approccio è dura rimediare. Inizialmente è consigliato stare sulla destra il più possibile per poi rientrare sulla sinistra subito sopra lo spit. Sulla sinistra partono ora due piccolo fessure verticali, la prima molto stretta mentre la seconda, più larga, permette di superare il muretto grigio successivo. Un terrazzino permette ora di riposare prima dell’ultimo passaggio fisico su tetto appena accennato. Qui il passaggio è abbastanza obbligato, si alzano bene i piedi fino a raggiungere, con la mano destra un comodo verticale, da accoppiare in seguito con la mano sinistra. Con passaggio atletico si raggiunge l’evidente lama soprastante ed in poco tempo si giunge in catena.

La Fricona 6a+ / 20m

Apparizioni 6a+ / 20m

Mini Cooper 6a+ / 20m

Presenze Oscure 6b+ / 20m

Topkapi 6b / 20m

Giacomela 6a+ / 20m

Diversamente dalle altre vie della parete, questa linea offre un’arrampicata meno fisica e più di equilibrio su spettacolare placca, soprattutto nella parte superiore. I primi metri, seppur non semplicissimi, sono pura formalità per raggiungere la base del muretto grigio compattissimo. Affrontare verticalmente questa sezione è impensabile vista la completa mancanza di appigli. Sulla sinistra è invece presente una serie di piccole tasche taglienti per le mani di supporto mentre i piedi iniziano ad affrontare i primi problemi di aderenza. In alto scorre orizzontalmente una fessura comoda abbastanza per rinviare e alzarsi rapidamente sul prossimo terrazzino. La prossima sezione è una copia della precedente: fessurine e aderenza fino alla catena.

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Umberto su Giacomela – 6a+

Mera Perti 6b / 20m

Deggiavù 6a+ / 20m

Caos a Bankok 6c / 20m

Cei Cei 6c+ / 25m

La stanza del desiderio 6a+ / 20m

Matilde Eleven 6c / 20m

L’erba del Vicino 7a / 20m

Guardando la linea dal basso non ci vuole molto a capire dove sarà il crux della via. Subito sopra una placca gialla è infatti presente un tratto grigio, compatto ma poco appigliato dove a farla dapadrone sono 5-6 passi boulderosi dove i movimenti sono pressochè obbligati e la forza nelle dita è fondamentale. Il primo tratto della via sale un compatto muretto grigio con fessura verticale sulla destra, senza troppe difficoltà. Superato il muretto, un piccolo terrazzino introduce una bellissima placca gialla estremamente compatta che si affronta inizialmente seguendo la verticale della linea ed in seguito, subito sotto lo spit posto al centro della placca, ci si sposta a seinistra nell’evidente fessura, per poi rientrare, dopo qualche movimento, sulla destra, su comoda tasca rovescia da dove è possibile rinviare e riposare comodamente. Ora sono problemi. In alto sulla verticale è evidente un piccolo svaso, fottutamente stondato, che accoglie al massimo due dita. Tenendo il rovescio con la sinistra, ed alzando in maniera intelligente, dapprima il piede destro e in seguito quello sinistro sul piccolo terrazzino a sinistra, si raggiunge il bidito con la mano destra. Qui la forza nelle dita è essenziale, ma ancora più essenziale è la posizione dei piedi e del corpo che devono trovare il loro equilibrio. Il bidito, infatti, è veramente difficile da tenere per alzarsi ulteriormente, ma è fondamentale per rimanere attaccati alla parete mentre lentamente la mano sinistra si stacca dal rovescio e va a cercare, in alto a sinistra, una crepetta verticale molto tagliente, che permette di rinviare ma non di stare a lungo. Il passaggio successivo è altrettanto duro e soddisfacente. Qui l’obiettivo è raggiungere inizialmente un piccolo ed evidente rovescio in cui solo mezza falange riesce a farsi spazio, ed in seguito una comoda tasca soprastante. Per fare ciò, tenendo la crepa tagliente con la sinistra, si raggiunge con la mano destra una serie di gocce abbastanza scomode, si alza il piede sinistro molto in alto e si scarica tutto il peso su di esso, lasciando ondeggiare il destro. A questo punto si stacca la mano destra dalla roccia e, prima di sbandierare, si infilano le falangi nel rovescio soprastante, si riporta il piede destro sulla roccia e si spinge per raggiungere il comodo svaso soprastante. Qui le difficoltà terminano e la parte finale della via serve solo per realizzare a pieno quanto è stata figa la sezione precedente.

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Simone su L’erba del Vicino – 7a

Benazir 6b / 20m

Top Gam 5c / 20m

Ottima via di riscaldamento che segue due fessure verticali. La prima, larga e facile, si segue per i primi 6 metri fino a quando, sulla destra, inizia la seconda, di dimensioni più ridotte ma pur sempre ben appigliata.

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Umberto su Top Gam – 5c

Santany 6a / 18m

Mica Male 6a / 18m

Il Bersaglio – Settore B

Il settore B è caratterizzato da calcare estremamente compatto e poco battuto. L’arrampicata varia sensibilmete da via a via, passando dall’equilibrio della placca, alla continuità del limestone lavorato a gocce. I tiri strapiombanti sono rari e prevale, in generale, la verticalità. Il panorama che si gode durante l’ascesa spazia dall’alta valle del sarca alle basse giudicarie con, ad ovest, le catene del Brenta e dell’Adamello, alle spalle il monte Casale e, verso est, il Piccolo Dain che sovrasta il paese di Sarche.

Enclave 7a+ / 15m

Accanto al nome della via qualcuno ha graffiato la parete incidendo, forse da monito ai futuri salitori, un chiaro ed evidente 7b. La roccia della prima sezione non è delle migliori, non è compatta e si sgretola con facilità. Per i primi tre rinvii la fessura da seguire è ad ogni modo ben appigliata, ma il suono della roccia che si sgretola sotto i propri piedi non dona una sensazione piacevole. Di tanto in tanto un’altro suono, dato dal metallico rumore del moschettone che si chiude al passare della corda, si unisce alle danze regalando attimi di tranquillità. Da qui la musica però cambia bruscamente, la roccia si fa più compatta ed iniziano le difficoltà. Si esce dalla fessura spallando con la sinistra e, tenendo un bidito con la mano destra, ci si sposta con i piedi a sinistra. A questo punto si molla il bidito e si raggiunge, spallando anche con la mano destra, una fessurina che scorre parallela alla precedente. Si alza il piede destro e si sblocca la spallata di sinistra per raggiungere una fessura verticale poco più in alto. Una volta raggiunta la fessura si sblocca anche la spallata di destra per ritornare sul precedente bidito, questa volta rovesciandolo. Spingendo con convinzione ci si alza ora quanto basta per andare a prendere una tacca subito alla destra del rinvio soprastante. La rinviata qui non è comoda ma è resa più facile allargando il piede destro su una piccola tacca. L’asperità si conclude con il prossimo passaggio: sopra di noi corre una piccola crepa che consente di ruotare bene il corpo ed allungarsi fino alle grosse prese soprastanti dove è finalmente possibile tirare il fiato. Da qui fino alla catena la via rimane delicata ma molto più semplice e ben appigliata . A nostro papere, se capisci la sequenza di movimenti del crux della via, il 7a+ è un grado più che onesto.

Senza Nome ? / 16m

Senza Nome ? / 17m

Daghe Dentro 7a+ / 18m

Bacia Micia 6c+ / 16m

Linea elegante e pulita, con singolo di non immediata comprensione in mezzo alla via, che si articola su roccia estremamente compatta e varia. La prima parte segue un muretto giallo, ben appigliato, caratterizzato da gocce. Si sale agevolmente su solide, sebbene piccole, tacche fino a raggiungere il rovescio di sinistra dove la roccia cambia colore e l’arrampicata diviene più delicata. Spostandosi sulla destra della verticale si giunge alla rinviata successiva dove inizia il crux della via: la sequenza di movimenti non è per niente banale e va ricercata. Restando sulla destra ci si alza quanto basta per arrivare ad un comodo rovescio da accoppiare con entrambe le mani. Rimanendo saldo con la mano sinistra, porto la mano destra sull’orecchia nera, rempre rovescia, appena sopra, alzo i piedi e ruoto il corpo completamente verso destra alla ricerca dell’equilibrio giusto per liberare la mano sinistra in tensione ed allungarla verso l’alto in direzione di una piccola e scomoda tacchetta segnata. Quest’ultima serve solo come appoggio intermedio per giungere ad una presa decisamente più comoda poco più un alto a sinistra, da dove è finalmente possibile rinviare. Qui non è possibile riposare più tanto ma alzando bene i piedi si giunge, in allungo, ad una più comoda fessura orizzontale dove scaricare la tensione accumulata. Gli ultimi metri per arrivare alla catena sono pura formalità.

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Simone su “Bacia Micia”, 6c+

13 Papi 6a+ / 20m

Una delle vie più lunghe della parete, molto appigliata ed appoggiata, facile fino a tre rinvii sotto catena. Qui, un traverso in bilanciamento su piccole tacche definisce il grado dell’intera linea. Nonostante non presenti troppe difficoltà tecniche, segue una linea molto logica e divertente e vale comunque la pena farci un giro.

Er Pierde 6a+ / 21m

Senza Nome ? / 19m

Memory 6a / 17m

La Costola 5c / 17m

Cheliabinsk 5c / 17m

La Zeta di Ranzo 6a+ / 20m

Via discontinua, semplice per quanto riguarda la prima parte con duro singolo su placca in uscita alla catena. L’arrampicata si svolge agevole lungo la fessura che caratterizza il primo tratto, fino all’evidente placca che fa da padrona nella parte superiore. Qui sono due i passaggi delicati da affrontare. Il primo consiste nel trovare l’equilibrio giusto per portarsi con i piedi sul terrazzino dove inizia la placca vera e propria. Il secondo è il passaggio che, sostanzialmente, dà il grado a tutta la via. Ci sono diversi modi per interpretarlo. Uno di questi è prendere la lama verticale in centro alla parete con la mano destra, alzare il piede sinistro alto a sinistra, su marcato buchetto, e caricare il peso per allungarsi lentamente fino alla base della crepa verticale a lato della catena. Un’alternativa è invece quella di prendere la lama con la mano sinistra ed allungarsi, questa volta verso destra, dove un bidito aiuta a riequilibrare il corpo e a riposizionare bene i piedi prima di spostarsi nuovamente sulla crepa di sinistra. Ad ognuno il suo stile.

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Fabio sul passo chiave di “La Zeta di Ranzo”, 6a+

Giorni Ardenti 5b / 20m

Bella via, lineare e continua nel grado ma intervallata da comodi riposi. In generale non compicata, di facile lettura e ben protetta. Perfetta per riscaldarsi prima prima di passare ad affrontare le altre salite del settore.

La Pietra di Damocle 5c / 18m

Buona via di riscaldamento, con chiodatura ravvicinata. I primi cinque metri sono i più delicati e richiedono un buon bilanciamento del corpo. La linea segue una serie di terrazzini fino alla catena. Poco prima della stessa è presente un breve tratto in placca che, se affrontato sulla sinistra, potrebbe causare qualche problema di troppo.

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Fabio su “La Pietra di Damocle”, 5c

Pericolante 6a / 20m

Via molto divertente, leggermente strapiombante ma sempre su buoni appigli. Il primo tratto è semplice, su calcare grigio e compatto. Le difficoltà iniziano verso la metà della via, quando la roccia inizia ad assumere il caratteristico colore giallo. Il passaggio chiave é proprio qui. Due tacchette sulla verticale consentono di alzare i piedi, sul terrazzino di sinistra, quanto basta per raggiungere la, non troppo comoda, presa posta un po’ più in alto. Qui si traversa elegantemente verso destra, dapprima con i piedi ad incrociare ed in seguito con la mano destra a ricercare una comoda fessura verticale. Rimanendo sulla destra della via ci si alza leggermente fino a raggiungere una tacca che consente di alzare i piedi e raggiungere, con la mano sinistra, il rovescio sotto il tettino prima della catena. Ci si sposta per l’ultima volta verso destra dove una comoda fessura permette di rinviare in catena.

Aniechinius 6b / 20m

Via estremamente interessante con singolo a metà parete su piccole tacchette. I primi metri, come quasi tutte le vie del settore, presentano un’arrampicata semplice, caratterizzata da terrazzini facilmente rimontabili. Non passa molto prima che la roccia cambia stile e le prime difficoltà si fanno sentire. Il passaggio chiave è un bellissimo traverso verso sinistra, su due tacche appena accennate che permettono di riposizionare rapidamente i piedi ed il corpo e di giungere, più in alto, ad una presa poco più comoda su marcato bombè. Da qui ci si risposta verso destra per seguire, per alcuni metri, una fessura che termina con un rovescio per la mano destra. Da qui l’arrampicata risulta più facile su buone tasche fino alla catena.

Ladri di Stelle 5c / 20m

Via semplice e senza troppe pretese, su muro grigio e compatto, intervallato da una serie di terrazzini e fessure verticali. Unico passaggio delicato verso l’uscita della via, dove una placca liscia richiede un certo grado di confidenza per alzarsi bene e raggiungere la comoda presa soprastante.

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Martina su “Ladri di Stelle”, 5c

La Cava 5b+ / 20m