Bella via che si sviluppa su 8 lunghezze. La roccia è prevalentemente molto buona e di qualità non buonissima sulle due creste, tuttavia tratti detriti sono abbastanza frequenti e danno, per l’appunto, il nome alla via. L’itinerario è ben protetto dalle numerose clessidre e non mancano chiodi e cunei sui passaggi chiave, tuttavia, in alcuni casi, l’integrazione con protezioni veloci è facile e sempre possibile.
Il primo tiro sale verticalmente la marcata fessura che parte dalla base della parete, mantenendosi sulla sua sinistra. A fessura terminata ci si sposta verso destra per evitare di cambiare versante e si risale un breve diedro. Sulla sua sommità si intravede la sosta sulla destra su comodo terrazzino. 25m, IV+.

Martina sul primo tiro.
La seconda lunghezza parte entrando orizzontalmente nel camino, stando attenti a stare bassi e non aggirarlo nè da sinistra, nè da destra. Alla fine del camino si sale verso destra vincendo un piccolo strapiombino ben fessurato. Continuare nel diedro fino ad una sosta resinata. Questa è la sosta della via “Luisa” che sale immediatamente a destra della nostra. Oltrepassarla tenendola sulla destra e rimontare pochi metri fino a raggiungere la sosta corretta con cordone su clessidra e chiodo, posta su un terrazzino. 35m, IV.

Martina dopo lo strapiombino della seconda lunghezza.
Il terzo tiro è di congiungimento: sale dapprima verticalmente, per poi proseguire sulla cresta passando sulla destra dei mughi. Si sosta su un grosso mugo 3 metri prima che la parete ritorni verticale. 20m, III.
Il quarto tiro è il più bello di tutta la salita. Si rimonta il terrazzino erboso fino al raggiungimento dell’evidente fessura che obliqua verso sinistra. Si prosegue verticalmente lasciandosi la fessura appena sulla destra. Dopo una decina di metri, in corrispondenza di una serie di cunei lignei incastonati nella crepa, si esce verso sinistra ritrovandosi sul tratto più esposto della via. Da qui si prosegue verticali uscendo su comodo terrazzo dove è presente la sosta. 30m, IV+.

Martina sul quarto tiro.
La quinta lunghezza prosegue verticale per una trentina di metri lungo i diedri fronte alla sosta. Qui la roccia inizia a perdere qualità e solidità e i chiodi nella roccia diventano più radi. Al termine della verticalità si prosegue in cresta verso destra per pochi metri fino ad incontrare la sosta dove è presente il libro di via. 35m, IV.

Simone tra le nubi del quinto tiro.
Il sesto tiro continua in equilibrio su cresta proteggibile tramite cordini su guglie. All’apice della cresta mantenere la sinistra per proseguire in discesa lungo un canalino poco evidente. E’ possibile oltrepassare stando a destra aumentando di poco le difficoltà di discesa. Giunti ad un terrazzo si scala in discesa per qualche metro fino a giungere alla sosta posta su un masso incastonato tra due pareti. 25m, IV.
Il settimo tiro risale la paretina stando leggermente a sinistra fino a raggiungere la sommità. Da qui si prosegue in cresta sulla falsa riga della lunghezza precedente fino ad un cordone fisso che è possibile utilizzare per azzerare il passo di IV+ in discesa. Al termine della discesa è possibile sostare su un grosso mugo. 30m, IV+.

Martina sulla cresta della settima lunghezza.
L’ultima lunghezza prosegue sulla cengia fino a che la parete torna a salire, dapprima attraverso tratti erbosi ed in seguito obliquando verso destra su ottima roccia. Si prosegue per pochi metri fino ad incontrare la sosta posta su un mugo. 20m, III.

Martina in uscita dalla via.
Per la discesa, scendere pochi metri lungo il ripido prato erboso (possibilità di calata direttamente dall’ultima sosta), ed entrare nel canale di sinistra seguendo la traccia di ometti. Al termine del canale si incontra il “Vajo del Cengio” che va percorso mantenendosi sulla destra a costeggiare la Guglia Cesareo (anche qui possibilità di calata visto la pendenza della sassara che compone il vajo). Da qui si scende pochi metri su facili roccette erbose portandosi sulla destra fino a tornare sul sentiero che si percorre a ritroso.
Nel complesso la salita è divertente e ben protetta in tutta la sua lunghezza. Attenzione ai passaggi in cresta e agli ultimi tiri dove la roccia non è ottima.