Punta Alpini – Spigolo Sud

Finalmente la neve inizia a sciogliersi anche in quota liberando così i canaloni di uscita tipici delle vie sulle dolomiti e consentendo perciò una più ampia scelta di itinerari. Questa volta ci dirigiamo sul passo Falzarego in un fresco e piovoso venerdì sera estivo. Di acqua ne sta scendendo parecchia, chissà se per l’indomani mattina la parete riesce ad asciugare… Ci svegliamo piuttosto presto e notiamo che quà e là qualche colata in parete è presente ma piuttosto isolata dopotutto. Visto che il meteo sembra essere clemente solo la mattina optiamo per lo spigolo sud della Punta Alpini, incastonata tra le torri del Falzarego.

Per quanto riguarda il primo tiro ci sono due opzioni per la salita: una più facile si addentra in un canalone decisamente sassoso, e per la verità poco invitante ed interessante, che corre sulla sinistra della parete principale. Qui le difficoltà si aggirano attorno al quarto grado. Più divertente, e leggermente più impegnativo, è invece l’attacco diretto che risale deciso lo spigoletto a destra del canale. Optiamo per questa soluzione. I primi passaggi, che conducono ad un piccolo diedro, sono probabilmente i più difficili del tiro e vanno affrontati con decisione. Una volta entrati nel diedro lo si segue fino al termine dove si incontra dapprima un terrazzino ed in seguito una bella placconata liscia con chiodo cementato. Quest’ultima si può scegliere se affrontarla usufruendo dello spigolo di sinistra oppure delle roccette di destra, in entrambi i casi il passaggio è delicato e da non sottovalutare. Oltre la placca un tratto su terrazzino conduce alla sosta. 30m, IV (il canale), V (la diretta).

Martina prima di raggiungere la placca del primo tiro, V.

La seconda lunghezza prosegue sulla parete di sinistra fino allo spigolo della Punta Alpini. Come riferimento visivo si arrampica in prossimità dello stacco tra la roccia grigia e compatta e quella gialla e più friabile, rimanendo comunque dove la roccia è migliore. La roccia molto lavorata rende la progressione facile e piacevole lungo tutta la lunghezza. Circa a metà del tiro si passa alla destra di un alberello secco e si prosegue diritti senza accorgimenti particolari su rocce più erbose fino alla cresta dove due chiodi cementati invitano ad attrezzare la sosta. 35m, IV.

Simone sulla seconda lunghezza, IV.

Il terzo tiro segue l’evidente spigolo che si palesa di fronte alla sosta cambiando versante della parete. Anche qui l’arrampicata si svolge su roccia molto lavorata e solida e la progressione è sempre piacevole. Solamente in prossimità dell’uscita su di una cengia è presente un passo più difficile, in leggero strapiombo ma con buone prese per le mani che diventano tasche mano a mano che si raggiunge la cengia. Qui si sosta, subito sotto ad un’ulteriore cengia più grande dove è presente un evidente pilastro staccato sulla sinistra. 20m, V-.

Martina sul passo chiave del terzo tiro, V-.

La quarta lunghezza inizia rimontando il largo terrazzino seguente a quello di sosta. Lo si attraversa fino a raggiungere la parete successiva prestando attenzione alle rocce sommitali ed al canale che scivola sulla destra. Una bella, seppur breve, placca compatta porta alla sosta seguente caratterizzata da un cimitero di spit, chiodi ed anelli cementati, probabilmente utilizzati per esercitazioni. 25m, IV.

Sulla placca della quarta lunghezza, IV.

Il quinto tiro riparte sulle facili roccette che compongono la cresta. Circa a metà di quest’ultima la si abbandona iniziando un lungo traverso verso sinistra che punta alla parete gialla. Lungo il traverso sono presenti due spit che direzionano la salita. All’altezza dell’ultimo spit si torna a salire verticalmente obliquando verso sinistra, legermente, fino a trovare un terzo spit prima di ritornare in cresta. Da qui si cammina, tirando un po’ la corda, verso la forcella dove le due pareti si ricongiungono nel punto più alto. Qui, oltre ad essere presente la sosta, una serie di bolli gialli indica un’eventuale uscita di emergenza. 50m, III.

Simone sul traverso del quinto tiro, III.

La sesta lunghezza torna a salire più verticale rispetto alle precedenti. Si parte superando un bel muretto grigio e compatto proprio sopra la sosta, senza difficoltà rilevanti. Un breve traverso verso sinistra, a tratti erboso, porta in poco tempo alla base di un diedro che sale appoggiato verso destra. Lo si segue per tutta la sua lunghezza al termine della quale la linea prosegue verticalmente su roccia lavorata colma di buoni appigli sia per le mani che per i piedi. Raggiunta una forcelletta si sosta su un grosso spuntone giallo segnato con un bollo rosso sulla sua cima. 35m, IV-.

Martina sul sesto tiro, IV-.

L’ultima lunghezza porta alla cima della Punta Alpini. Per raggiungerla è necessario superare dapprima un pilastro che sale a destra della sosta per poi proseguire verticalmente, leggermente a sinistra, fino ad arrivare all’ennesima crestina della giornata. Un lungo canale che obliqua sulla destra conduce facilmente sulla sommità della parete. Raggiunto il punto più alto si discende per qualche metro in direzione della forcella, lungo evidente sentiero, fino a raggiungere la sosta con anello di calata. E’ possibile attrezzare una sosta anche sullo spuntone in vetta e discendere verso la sosta con calata soltanto in seguito. 40m, III+.

Simone in partenza al settimo tiro, III+.

Per la discesa calarsi nel canale sottostante avendo riguardo ad utilizzare tutte le soste disponibili onde evitare spiacevoli incastri. Salita breve ma nel complesso bella e su roccia solida, molto consigliata per una giornata plaisir. Bello il panorama sulle 5 torri anche se disturbato dal vociare proveniente dal formicaio umano che sale la ferrata sul “Col dei Bos”.