Via Bortolo – Sojo del Fogo

Via corta, ben protetta e su roccia sempre ottima che sale la punta Cassa da Morto, subito sopra l’Ossario del Pasubio. La linea parte all’estrema destra del muro principale della falesia “Montagna Viva”, con nome alla base, raggiungibile in 20 minuti dal parcheggio dell’Ossario.

Marta all’attacco della via.

Il primo tiro, molto sportivo, segue l’evidente fessura che taglia la parete in obliquo da destra verso sinistra. La fessura, in leggero strapiombo, ospita prese per le mani sempre buone e la chiodatura è ravvicinata e sempre sicura, non sono necessarie integrazioni. Usciti sul terrazzino si sosta su catena. 25m, V+/VI-.

Marta sulla prima lunghezza.

La seconda lunghezza segue la cengia erbosa verso destra per tutta la sua breve lunghezza. Da qui è possibile notare numerose serie di spit che salgono verso destra e che rappresentano le uscite dei tiri della falesia sottostante. Ignorare tali vie e salire obliquando ancora verso sinitra in direzione degli evidenti cordoni sulle clessidre presenti nella roccia. Alla seconda cessidra proseguire verticalmente fino a poco prima dell’uscita del terrazzino. Qui è presente una sosta. Per comodità il consiglio è di oltrepassarla e di sostare su un’altra sosta posta subito sopra il terrazzino. 25m, V+.

Il terzo è il tiro chiave della via in quanto a difficoltà. Superata la fessura orizzontale che fa da spartiacque tra due costoni di roccia si prosegue verticalmene sulla linea degli spit. Il tratto è sempre ben protetto ed in sè non è difficile ma risulta strapiombante per tutta la sua lunghezza. Il consiglio è di non rimanere dentro il diedro di sinistra ma di affrontare direttamente lo spigolo. Le prese più comodo si possono infatti trovare alla destra dello stesso. 25m, V+/VI.

Martina sulla terza lunghezza.

La quarta lunghezza è di concatenamento. L’arrampicata è prevalentemente orizzontale ed è sempre possibile proteggersi con cordoni su spuntoni di roccia. 20m, III.

Il quinto tiro è in comune con la via “Le do more”. Dalla sosta del tiro precedente si osserva la parete veticale ben protetta con i cordoni già presenti sulla linea e con possibilità di integrare. La lunghezza termina su un terrazziono erboso ove si trova un grosso mugo su cui sono presenti i cordoni della sosta, sulla destra. 30m ,V+.

Marta e Simone sul quinto tiro.

Il sesto ed ultimo tiro è molto breve. La via continua in vertical dalla sosta lungo una fessura ben protetta con spit e cordoni, il passaggio chiave, un po’ più fisico rispetto al resto, si trova verso la metà del tiro. All’uscita si trova la sosta e subito accanto l’anello per la calata. 20m, V+.

Dalla cima è possibile ammirare il sottostante Ossario del Pasubio, il Pian delle Fugazze e le Valli del Pasubio. La discesa avviene tramite calata in doppia sul vesrante opposto, una corda da 60 metri è sufficiente. Da qui, seguendo una serie di ometti, si ritorna in poco tempo all’attacco della via.

Umberto in vetta.

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