Ibex

Due mesi che non tocchiamo la roccia. La mancanza si sente. Vacanze di ferragosto itineranti ci conducono inizialmente al passo Valparola, pieno di gente, forse troppa. La voglia di arrampicare è comunque molta e, nei dintorni del parcheggio, sono molteplici le linee che non abbiamo ancora avuto il piacere di affrontare. Una di queste corre lungo la parete dello Spianarac: la via “Ibex”.

Il primo tiro parte verticalmente lungo bellissima placconata lavorata e caratterizzata da una serie di colate nere. Le difficoltà sono limitate ma la qualità della roccia è davvero meritevole rendendo il tratto estremamente piacevole da salire. La linea è inizialmente ben delineata da una coppia di cordoni che lasciano spazio a fix lungo i tratti più impegnativi. Nonostante questo il tiro non è da sottovalutare perchè mano a mano che si sale le protezioni diventano più rade ed è necessario integrare per una progressione più sicura. Dopo un tratto tendenzialmente verticale si prosegue lungo cengie detritiche fino alla sosta posta prima di una seconda parete verticale, leggermente a sinistra rispetto alla linea di salita. 55m, IV+.

Simone lungo il primo tiro, IV+.

La seconda lunghezza prosegue sulla falsa riga della prima con una bella placca verticale lungo i primi metri che lascia presto spazio a paretine più appoggiate e sassose. Superato atleticamente il muretto oltre la sosta, molto ben appigliato, si prosegue diritti per alcuni metri fino a che la verticalità scema ed iniziano una serie di rampette ascendenti che si seguono verso sinistra in direzione di un evidente diedro al termine di una larga cengia. Senza raggiungere quest’ultimo si prosegue lungo la rampa, scarsa di protezioni, fino a raggiungere la comoda sosta sopra la cengia. 40m, IV.

Martina in arrivo alla seconda sosta, IV.

Il terzo tiro prosegue verso sinistra rispetto alla sosta in direzione di un cordoncino blu abbastanza malmesso. La parete ora torna a guadagnare verticalità ed uno spit, poco sopra, indica la linea da seguire. Si procede dunque lungo solide colate nere con movimenti piacevoli su belle prese. Ora tendenzialmente diritti incontrando, di tanto in tanto, un fix quà e là. Anche questa volta, lungo gli ultimi metri, la parete si appoggia leggermente e le difficoltà diminuiscono. Si raggiunge infine una terza cengia, poco prima di una paretina evidentemente verticale, dove si sosta tranquillamente. 50m, IV+.

La partenza del terzo tiro, IV+.

La quarta lunghezza ospita passaggi molto belli e meritevoli lungo il bel muretto iniziale. La verticalità qui si fa sentire ma le prese ci sono tutte, sia per tirarsi su che per riposare. L’arrampicata è oltremodo gradevole ed il tratto è ben protetto a fix anche se la loro distanza suggerisce qualche integrazione quà e là. Terminato il primo muretto si sormonta una breve cengietta dove parte un secondo muretto, anche questo molto bello sebbene dalle difficoltà più contenute. Si giunge quindi su larga terrazza detritica dove si piega decisamente verso destra in direzione di un fix con cordoncino bianco dove si sosta. 40m, V.

Il bel muro iniziale della quarta lunghezza, V.

Il quinto tiro riparte verso destra obliquando leggermente fino a raggiungere un evidente cordone attorno a clessidra. Superato questo si procede verticalmente fino ad una piccola cengia che spezza la verticalità del tiro. Si riparte ancora diritti in direzione di un primo spit, che si supera, e continuando in seguito fintanto che la parete non si appoggia. Sterzare ora verso sinistra seguendo le rampette ascendenti in direzione di un piccolo pilastro compatto. Poco prima di raggiungerlo, sulla destra, è presente una coppia di spit dove poter attrezzare la sosta. Anche questo tiro come il precedente risulta molto piacevole da salire: roccia ottima a buchi e parete tendenzialmente verticale. 55m, V.

L’inizio del quinto tiro, V.

La sesta lunghezza inizia spostandosi alla base del pilastro di sinistra che si approccia arrampicando inizialmente lungo il diedro di destra. Si segue questo giusto qualche metro, seguendo la linea delle protezioni a parete, per abbandonarlo a favore del pilastro di sinistra che permette di uscire su piccola cengia. Si vince quindi un breve muretto verticale prima di raggiungere una terrazzina detritica. Proseguendo ancora lungo la parete successiva si obliqua verso sinistra in direzione dello spigolo della parete. Poco prima di raggiungere il canale oltre lo spigolo si sosta scomodamente su coppia di cordoni. 50m, V.

Simone lungo il pilastro della sesta lunghezza, V.

Il settimo tiro prosegue lungo il bello spigolo che ospita, lungo il tratto iniziale, i passi più delicati. Mano a mano che si sale la parete si appoggia e la progressione risulta essere più agevole anche se è necessario prestare particolare attenzione alla qualità della roccia in questo tratto non eccelsa. Si giunge quindi su cengetta che si supera entrando in un evidente diedro che si vince sfruttando le pareti laterali sia con le mani che con i piedi. Una coppia di cordoni indica la linea da seguire. Al termine del diedro si continua verso sinistra in direzione di un secondo diedro più verticale alla cui base è presente la sosta. 50m IV, eventuale sosta intermedia.

Simone nella parte finale del settimo tiro, IV.

L’ottava lunghezza prosegue con arrampicata inizialmente fisica lungo il diedro a sinistra della sosta. Un paio di passi boulderosi, su roccia da verificare, consentono di superare le difficoltà e di iniziare un traverso verso destra, abbondonando il diedro dopo una manciata di metri, per evitare i marci strapiombi soprastanti e continuare la progressione dove la roccia è migliore. Superato un fix un po’ nascosto si torna un po’ in verticale obliquando comunque ancora un po’ verso destra fino a raggiungere una larga terrazza detritica che si supera prestando attenzione a non muovere troppi sassi che finirebbero prima nel diedro e poi nei pressi della sosta sottostante. Oltre la cengia la comoda sosta. 30m, IV+.

L’inizio fisico dell’ottava lunghezza, IV+.

Il nono ed ultimo tiro non regala particolari emozioni ma consente di giungere in cima alla fascia rocciosa dove il panorama che si apre merita veramente. Dalla sosta ci si incammina verso sinistra rimanendo più alti possibile fino a raggiungere una traccia che costeggia la parete. Il fondo detritico rende la progressione delicata e faticosa e l’arrampicata si limita ai primi 5 metri della lunghezza. Camminando verso sinistra si raggiungono infine due fix su cui poter attrezzare la sosta. Il camminamento in realtà prosegue ancora per una ventina di metri fino al raggiungimento della vetta. E’ consigliato rimanere legati anche lungo questo tratto allungando il tiro precedente o sostando e proseguire successivamente. 40/60m, III.

Via bella con alcuni passaggi interessanti lungo belle placconate solide e lavorate. Alcuni terrazzini spezzano la continuità ma tutto sommato non danno troppo fastidio. La chiodatura lungo tutto l’itinerario è a cordoni e fix, essenziale dove serve, ma per una progressione sicura è necessario integrare. Buone sono anche le soste. A volte la linea da seguire non è del tutto chiara ma le difficoltà omogenee rendono eventuali “fuori pista” meno drammatici. Consigliata!

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