La “Via del Buco” è una classica del Piccolo Lagazuoi, molto frequentata per via della sue difficoltà mai elevate e per la roccia quasi sempre ottima. Nel tempo sono state aperte due varianti, una bassa, che prende il nome di “Cuore T’oro”, ed un uscita alta che evita i canalini detritici degli ultimi tiri, ma spesso bagnata e su difficoltà maggiori (V+). Di seguito si descrive il percorso originale.
Dal passo del Falzarego si prende il sentiero dei Kaiserjäger fino sotto alle prime trincee. Si sale quindi i ghiaioni puntando la base della parete. L’attacco della via si trova poco più a destra della verticale dell’evidente buco che da il nome alla via, in prossimità di un diedro che sale obliquo verso destra.
Il primo tiro risale il diedro nella sua interezza su roccia molto solida ed appigliata. Lungo la lunghezza è presente un unico chiodo, poco visibile, ma in generale è sempre ben proteggibile. La sosta si trova poco sotto, sulla sinistra, il termine del diedro, prima di rimontare il terrazzino caratterizzato da evidente spuntone. 35m, III+.

Martina al termine del primo tiro, III+.
La seconda lunghezza obliqua leggermente verso sinistra su bella placca lavorata. Giunti ad un piccolo terrazzino si prosegue verticalmente su roccia solida fino a giungere alla sosta posta prima della cengia da cui parte l’evidente diedro del tiro successivo. 35m, IV.

Simone sulla partenza della seconda lunghezza, IV.
Il terzo tiro risale i pochi metri che separano la sosta alla cengia soprastante puntando il fessurone che sale verso destra. Si arrampica su bella placca la parete destra della fessura fino sotto ad un piccolo strapiombo. Si evita quest’ultimo traversando di poco verso sinistra finche si giunge sotto la sua parte più debole. Da qui è visibile la prossima sosta. Con passo atletico si vincono le difficoltà e si giunge al terrazzino di sosta. Il passo per uscire dallo strapiombo non è banale e probabilmente è qualcosa di più del IV gradato su molte relazioni. 30m, IV/IV+.

Simone sul passo chiave del terzo tiro, IV+.
La quarta lunghezza prosegue lungo la fessura. All’altezza del secondo anellino cementato si esce verso sinistra e si continua poi verticalmente su placca per alcuni metri. Appena possibile si rientra nella fessura ed in poco tempo si raggiunge la sosta. 30m, IV+.

L’uscita della quarta lunghezza, IV+.
Il quinto tiro si svolge ancora nella fessura che da un pò accompagna la nostra arrampicata. Si supera il primo tratto rimanendo sulla destra di essa (la fessura in questo tratto è solitamente bagnata). Si arrampica quindi tutta la placca fino quasi al termine. Da qui è possibile rientrare nella parte finale della fessura con semplice arrampicata, oppure proseguire in placca con passaggio più difficile (V). La sosta si trova a metà tra l’uscita della fessura e l’evidente cengia erbosa soprastante. 35m, IV/V.

L’inizio della placca del quinto tiro, IV/V.
La sesta lunghezza continua verticalmente su facili roccette sempre molto solide fino alla cengia erbosa. Da qui sempre diritti stando leggermente a sinistra per evitare le zone più erbose e sassose. Giunti in prossimità della parete verticale si sterza bruscamente verso destra fino al di sotto di una grottina con roccia gialla e alla base le clessidre di sosta. 30m, III+.

Le cenge erbose della sesta lunghezza, III+.
Il settimo tiro sale il canale che obliqua verso sinistra su rocce rotte e poco compatte, posto subito a sinistra della sosta (evitare di entrare nel largo canale posto ancora più a sinistra). Al termine del canale si trovano 2 vecchi chiodi per la sosta. Ignorare questi ultimi e proseguire puntando la placchetta in ferro. Lavorando in opposizione si supera questo divertente passo e si giunge alla sosta. E’ possibile sostare indistintamente sulle clessidre sotto il tetto oppure, più a destra, su spit e chiodo (da attrezzare). 35m, IV.

Simone sul canale del settimo tiro, IV.
L’ottava lunghezza obliqua inizialmente verso destra fino all’attacco di una rampa erbosa che sale verso sinistra. Si arrampica su erba e terrazzini terrosi seguendo la rampa fino alla sosta che si trova dentro una grottina (1 spit). Questo è il tiro meno entusiasmante della via. 30m, II.

Alla fine del traverso verso destra, II.
L’ultimo tiro conclude la rampetta, questa volta però la roccia torna ad essere protagonista. Dopo un primo tratto terroso si risalgono le ultime roccette solide che ci separano dall’uscita della via. La sosta è posta sulla sinistra su spit e comodo spuntone. 30m, III.

Martina sull’ultimo tratto della via, III.
Dall’uscita della via ci si trova sul sentiero dei Kaiserjäger, di notevole interesse storico, che è possibile percorrere in salita fino al rifugio Lagazuoi, oppure in discesa per tornare al passo Falzarego. Entrambe le soluzioni percorrono un tratto di semplice ferrata. Proprio per la facilità di quest’ultima il sentiero è molto battuto ed è facile dover aspettare per attraversare i tratti attrezzati. Nel complesso la via è molto bella ed appagante. La roccia è ottima per i primi sei tiri e un pò meno bella negli ultimi tre ma mai pericolosa.