Crono

Torniamo ancora una volta a San Paolo, ora che le giornate non sono poi più così lunghe, per fare qualcosa il più alpinistico possibile. Tra le ultime creazioni della parete spicca la via “Crono” che promette di essere una linea divertente ed ingaggiante il giusto dove, a tratti, è necessario sapersi muovere bene ed inserire qualche protezione.

Il primo tiro rimonta facilmente il muretto basale che antecede la parete principale. Le buone fessure di cui è costellato rendono la progressione semplice e possono essere utilizzate per inserire qualche cordone di protezione nelle clessidre. Oltrte il muretto inizia una breve cengia che conduce direttamente alla parete successiva dove si sviluppa un bel diedro leggermente strapiombante nella parte superiore. L’arrampicata è molto bella e costringe ad utilizzare entrambe le pareti laterali per la progressione. Al termine del diedro si esce sulla destra traversando leggermente fino ad un cordoncino. Qui si torna a salire in verticale fino al raggiungimento di un evidente terrazzino dove si sosta agevolmente. 35m, VI+.

Martina lungo il primo tiro, VI+.

La seconda lunghezza riparte lungo il muretto successivo seguendo l’evidente spigolo verticale per tutta la sua interezza. Si inizia rimanendo leggermente sulla sinistra dove l’arrampicata risulta essere più semplice grazie alle roccette frastagliate. Si oltrepassa lo spigolo verso la metà di questo dove, sulla parete di destra, penzola un cordoncino. Si sale ora la parete fessurata, ben proteggibile a dadi e friend, fino a che questa collide con un grosso blocco squadrato che si rimonta diritti per diritti fino a che si raggiunge il comodo terrazzo di sosta. 25m, V+.

Simone lungo lo spigolo della seconda lunghezza, V+.

Il terzo tiro riparte rimontando il breve muretto oltre la sosta. Evitando di proseguire verticlamente lungo la via “Bon Ton” si piega quasi immediatamente verso sinistra raggiungendo una seconda paretina dove si torna a salire verticalmente fino a giungere alla base di un piccolo strapiombetto che si rimonta atleticamente su buone prese. Si arriva quindi alla base di una placconata appoggiata seguendo l’evidente fessura che si sviluppa in obliquo verso destra con arrampicata semplice vista la pendenza favorevole. Al termine della fessura ci si sposta nuovamente verso sinistra lungo placca e, tramite movimenti in aderenza, si raggiunge infine la sosta posta alla base di un muro verticale. 25m, VI-.

Lo sviluppo del terzo tiro, VI-.

La quarta lunghezza traversa ora verso sinistra su muretto verticale. Ignorare la linea di fix che si sviluppa immediatamente sopra la sosta in quanto fa parte della linea “Simpatiche Canaglie”. Il traverso termina in corrispondenza di un cordoncino penzolante dal muretto strapiombante soprastante. Si torna quindi a salire in verticale raggiungendo il cordone e la lama fissata che, attraverso movimento atletico ma piuttosto semplice, permette di superare le difficoltà e ritornare ad arrampicare lungo parete più appoggiata e semplice. Ci si sposta quindi prima verso sinistra ed in seguito verso destra zigzagando attraverso una zona caratterizzata da facili roccette rotte seguendo l’evidente linea di cordoni e chiodi a parete. Si raggiunge quindi un terrazzino alberato dove si attrezza una comoda sosta. 25m, VI.

Il muretto iniziale della quarta lunghezza, VI.

Il quinto tiro segue il bellissimo diedro fessurato che si sviluppa in obliquo a sinistra della sosta. Tutta la lunghezza è completamente sprotetta ed è necessario inserire friend lungo le molteplici fessure che si incontrano. La prima è anche la più larga e culmina alla fine del diedro dove ne inizia una seconda che corre lungo la placca di destra. Si sale con bella arrampicata senza difficoltà particolari fino a che anche questa fessura non termina. Qui si segue la fessura di sinistra che forma una specie di rampa e che conduce direttamente alla sosta aerea da attrezzare su anello e cordone. 30m, VI-.

Martina e Jacopo lungo il quinto tiro, VI-.

La sesta lunghezza è la più sostenuta sia fisicamente che mentalmente. Inizialmente segue una fessura larga e rettangolare che spancia fino a raggiungere la pancia di un tetto giallo che si supera, sempre in fessura, proseguendo in verticale fino alla sosta. Si inizia risalendo il breve muretto oltre la sosta che porta alla base della fessura. Questa è molto scomoda da tenere in quanto tende ad incurvarsi verso l’esterno e, contemporaneamente, a spanciare verso l’alto. La soluzione migliore è andare ad incastro fidandosi bene dei piedi sulla placca laterale e proteggendo il movimento con un friend grande ed eventualmente con un cordone attorno ad un sasso incastrato all’interno della fessura, un po’ mobile per la verità. Superato il primo tratto si prosegue agevolmente fino alla base del tetto. Questo si supera atleticamente sfruttando gli appoggi lungo le pareti laterali del diedro che permettono anche di riposare se ci si posiziona bene con il corpo. Da qui in poi l’arrampicata si fa via via più semplice fino a che, un traverso finale verso destra, conduce alla sosta. Bel tiro, da non sottovalutare soprattutto lungo i metri iniziali. 30m, VI+.

Simone impegnato sul tetto della sesta lunghezza, VI+.

L’ultimo tiro prosegue lungo le facili roccette rotte che conducono in cima alla fascia rocciosa. Dalla sosta si riparte verso destra raggiungendo la verticale dei cordoni che si raggiungono facilmente integrando la salita con qualche friend tra le fessure. Si continua senza difficoltà rilevanti finchè non si incontra un piccolo tettino dove sono concentrati i movimenti più complessi della lunghezza. Raccogliendo le ultime forze si rimonta fisicamente sfruttando le fessure sommitali. Una volta superate le difficoltà la parete si appoggia e si continua agevolmente fino alla sommità del pilastro finale dove si attrezza l’ultima sosta. 30m, V+.

Le roccette dell’ultimo tiro, V+.

Via molto carina su roccia sempre buona e con alcuni tiri interessanti. Fondamentale un set di friend per la protezione dei tiri centrali dove le protezioni scarseggiano o sono completamente assenti. Nel complesso un bell’itinerario che merita una salita.