Sandra

Un’altra bellissima giornata temperata è prevista pressochè ovunque in Trentino. La neve sta scomparendo da quasi tutte le cime visibili dal capoluogo motivo in più per godersi il sole che riflette sulle pareti che circondano la valle del Sarca. Questa volta scegliamo di approcciare una delle ultime nate in zona: la via “Sandra” alla parete sottostante la croce di Ceniga al monte Colt.

Il primo tiro corre obliquo lungo la larga rampa a strisce gialle e grige che si sviluppa a sinistra rispetto alla scritta blu che identifica la via. Per raggiungerla si affronta un semplice tratto verticale protetto da cordone. Si inizia ora ad attraversare, senza particolari difficoltà, verso sinistra seguendo l’evidente linea di cordoni su clessidre artificiali ricavate subito sotto il tetto che chiude la rampa. L’arrampicata è tutta di movimento con i piedi che si muovo tra un appoggio e l’altro e le mani che si avventurano tra piccoli conglomerati rocciosi che regalano particolare grip e particolari sensazioni al tatto. Terminata la rampa si torna a salire in verticale lungo il bellissimo diedro che si forma alla fine del tetto. Qui è presente il passo chiave del tiro: scomode prese nei pressi del diedro consentono di alzare i piedi quanto basta a raggiungere la comoda presa sotto il cordone a parete. Con un ultimo sforzo si risale il muretto di sinistra continuando il breve traverso fino all’evidente sosta da attrezzare su fix ed anello. 20m, VI-.

Martina lungo il bel traverso della prima lunghezza, VI-.

La seconda lunghezza inizia con un bel traverso esposto verso sinistra dove è presente anche il passo chiave della via. Con movimenti delicati si discende leggermente per raggiungere i bei appoggi per i piedi aggirando lo spigolo della parete. Si torna ora a salire verticalmente raggiungendo le comode e fonde prese alla base di un cordone che si abbandona sulla destra per proseguire il traverso. Qui un bel movimento con incrocio di braccia permette di uscire da quest’ultimo e tirare il fiato. La linea prosegue ora lungo il muro soprastante con arrampicata bella e sostenuta attraverso un’alternanza di buone fessure e prese meno marcate su parete tendenzialmente verticale. Proprio il passaggio in uscita è il più complesso e costringe a spostarsi verso sinistra alla ricerca delle prese migliori per raggiungere il terrazzo soprastante. Inizia ora una facile sezione di trasferimento verso la parete successiva, su roccette scadenti, dove è necessario prestare attenzione a non smuovere troppi sassi. Un’ultima breve fascia rocciosa, con movimento in uscita verso destra, conduce alla sosta. 35m, VII-.

Simone all’inizio del secondo tiro, VII-.

Il terzo tiro prosegue verso destra aggirando la sosta ed immettendosi all’interno di un diedro fessurato. Si sale lungo questo sfruttando la parete di sinistra e la piramide staccata di destra (evitando di appoggiarci troppo peso per non dover annunciare la caduta di una lavatrice a tutta la vallata). Al termine del diedro, in corrispondenza di un cordone bianco, si esce sulla rampa di sinistra con movimento tutt’altro che scontato. Qui, per integrare le protezioni in loco, è possibile inserire alcuni friend medi. Rimasti sulla rampa la si segue per pochi metri fino a raggiungere dapprima un cordone ed in seguito un chiodo a pochi passi dalla sosta raggiungibile senza ulteriori difficoltà. 20m, VI-.

La caratteristica piramide in partenza del terzo tiro, VI-.

La quarta lunghezza risale il muretto nero subito a sinistra della sosta con passo iniziale abbastanza complicato che costringe a tornare verso destra alla ricerca delle prese che consentono di superare con minori difficoltà la pancetta liscia. Oltrepassata questa si inizia ad obliquare verso sinistra seguendo la linea di clessidre a parete che in breve e senza difficoltà particolari conduce ad una semplice rampa che si segue nella sua interezza fino a che la parete torna a verticalizzarsi all’interno di un diedro. Qui si torna a curvare verso destra sull’evidente placca che si supera in aderenza e che porta alla base di un piccolo tettino che la chiude. Ci si sposta quindi verso destra per superarlo nel suo punto più debole con passo atletico. A parte la grande lama subito sopra il tetto, che consente una buona spinta iniziale, le prese buone sono rade e rimontarlo completamente non è semplicissimo. Una volta sopra si raggiunge in breve la sosta posta all’interno di una nicchia. 25m, VI.

La linea della quarta lunghezza, VI.

Il quinto tiro fuoriesce dalla nicchia aggirando la parete di sinistra che si sviluppa a “fungo”. Attenzione quindi a dove far passare le corde per evitare che si incastrino tra il “gambo” ed il “cappello”. Aggirata la parete si torna a salire in verticale sul bel muretto che in breve incontra una rampa che prosegue verso sinistra. Seguendo quest’ultima senza difficoltà rilevanti si raggiunge la verticale della via “Linea Magica” con evidente sosta sottostante. Si prosegue lungo questa fino al raggiungimento di un fix alla cui sinistra è presente un chiodo rosso ed una freccia blu con lettera “S” ad indicare il proseguo della via. Qui si sviluppa anche una larga fessura orizzontale che si segue verso sinistra. Il tratto è poco protetto ma facilmente integrabile a friend medi. Aggirata la parete la fessura si allarga diventando un minuto terrazzino sul quale è possibile procedere accovacciati fino al grosso masso che impedisce ulteriormente la progressione. Questo viene superato sporgendosi all’esterno del terrazzo raggiungendo così la sosta subito oltre. 32m, V+.

Martina al termine del quinto tiro, V+.

L’ultima lunghezza prosegue lungo l’evidente fessura a sinistra della sosta che si supera atleticamente fino a che si raggiunge un piccolo terrazzino dove inizia una pronunciata pancia. Qui è presente l’ultima difficoltà della giornata: movimenti in aderenza in placca consentono di vincere la pancia e raggiungere le fessure più marcate soprastanti. Si prosegue ora lungo roccia più appoggiata estremamente lavorata dall’acqua. Mano a mano che si sale la parete si fa meno pendente fino a trasformarsi in cengia in corrispondenza dei due cordoni di sosta. 25m, VI.

La bella roccia lavorata in uscita della via, VI.

Nel complesso una bella via metà sportiva e metà alpinistica con passaggi interessanti su roccia quasi sempre solida. Attenzione nel caso ci siano cordate sulla via “Linea Magica” a non incrociare le corde sul traverso del quinto tiro.