Via Della Rondine

Romagnano è una falesia storica della città di Trento. Recentemente risistemata a nuovo ospita sia monotiri che brevi multipitch che venivano utilizzati come allenamento alle salite Dolomitiche. Uno di questi è la “via della Rondine” che sale sulla parete che si affaccia alla cascata dell’acquedotto. Sebbene risenta dell’usura del tempo conserva a pieno il suo fascino: una breve classica da non perdere.

Il primo tiro risale il diedro per tutta la sua lunghezza con arrampicata atletica dovuta più alle prese lisce che ai passaggi che nel complesso non presentano troppe difficoltà. Nonostrante l’aderenza limitata le pareti laterali del diedro ospitano numerose fessure orizzontali e buone prese che aiutano la progressione. Poco oltre la metà della lunghezza ci si sposta sulla parete di destra e si prosegue tramite una rampetta fino alla base di un canale con la faccia di destra piuttosto liscia. Si continua dunque su quella di sinistra e quella centrale, in spaccata tra le pareti, fino alla cengia che taglia a metà il muro verticale dove sale la via. Qui si trova la sosta con anello. 30m, 5c.

Simone sul diedro della prima lunghezza, 5c.

La seconda lunghezza si sviluppa completamente in traverso lungo la larga cengia che corre verso sinistra. La traversata è particolarmente divertente e spensierata grazie alle molteplici protezioni presenti in loco. L’esposizione si sente, nonostante l’altezza non sia elevata, ma le buone prese a parete consentono di procedere spediti verso la prossima sosta sita alla base di un ulteriore diedro. Davvero una bella traversata, peccato sia così corta. 20m, 4c.

Il facile traverso del secondo tiro, 4c.

Il terzo tiro prosegue in verticale lungo il bellissimo diedro che conduce quasi in cima alla parete. Sebbene a vederlo dal basso appaia severo e repulsivo, nella realtà le difficoltà sono contenute e la salita risulta piuttosto piacevole ed estetica. Solo il primo tratto oppone lieve resistenza costringendo ad un passo atletico. Una volta nel diedro l’arrampicata si svolge senza difficoltà sfruttando le numerose prese ed appoggi che caratterizzano entrambe le pareti. Anche la chiodatura lungo tutta la lunghezza è abbondante e presente nei punti giusti il che rende la progressione sicura. Un singolo, poco oltre la metà del diedro, costringe ad un paio di passi in dulfer con i piedi su placchetta consumata, ma oltre a questo non c’è molto altro da segnalare. Si esce dal diedro su di un terrazzino a sinistra dove è evidente la sosta. 30m, 5b.

Il bel diedro del terzo tiro da due punti di vista, 5b.

La quarta lunghezza termina la salita uscendo in vetta al pilastro. Si parte entrando nel canalino sopra la sosta con passo iniziale atletico ma su buone prese. Senza difficoltà particolari si sale il diedro fino al termine dove è chiuso da un piccolo tetto. Qui si esce sulla sinistra puntando alla cengia che si raggiunge con spaccata in allungo. Poco oltre la cengia è presente un albero sul quale sono presenti i cordoni per sostare. 15m, 5a.

Simone in uscita dalla via, 5a.

Bella via storica veramente piacevole da riscoprire. Sebbene la maggior parte dei passaggi, soprattutto lungo il primo tiro, risultino usurati, l’arrampicata scorre spensierata dall’inizio alla fine. La recente riattrezzatura dell’itinerario rende inutile portarsi a presso ulteriori sistemi di protezione rapida al netto di qualche cordino sempre utile. Un bel tuffo nel passato che ci sentiamo vivamente di consigliare per un post-lavoro non impegnativo.

Rizzolaga – La Ronc

Il settore “La Ronc”, a Rizzolaga, è un muretto che si apre ad anfiteatro con tratti caratterizati da placche, tratti strapiombanti e sezioni a gradoni. Il porfido che compone la roccia è generalmente di buona qualità e solido. Solo in alcune linee nella parte centrale è di qualità inferiore e tende a sgretolarsi. Le vie sono tendenzialmente corte, le difficoltà basse e l’arrampicata varia. Un bel posto dove trascorrere una piacevole giornata in famiglia lontani dalle calure della città.

Pinocchio 5a / 8m

Il Grillo 4c / 8m

Breve e facile tiro che si sviluppa su solida placca molto appoggiata. Appigli per mani e piedi sono sempre abbondanti e la chiodatura è ottima. Nonostante le difficoltà siano limitate la linea è piacevole ed ottima per iniziare la sessione.

Lucignolo 5a / 10m

Mangiafuoco 4b / 10m

Analogalmente alle linee vicine, il tiro si sviulppa su roccia solida in placca. L’abbondanza di prese per le mani e i numerosi terrazzini su cui appoggiare i piedi limitano le difficoltà della salita, per la verità non particolarmente interessante. Tuttavia, l’ottima chiodatura e la brevità dell’itinerario lo rende adatto per i principianti.

La Fata 5a / 12m

Le difficoltà di questo tiro sono molto limitate, simili a quelle dei tiri alla sua sinistra. La placca è caratterizzata da roccia solida su cui si possono facilmente individuare gli appigli. La chiodatura è buona come sulle vie limitrofe. La linea è un buon riscaldamento prima di iniziare la sessione.

La Volpe 5b / 14m

Nonostante il grado faccia presumere una facile “passeggiata in placca”, il tiro risulta essere abbastanza interessante. Dopo aver raggiunto senza troppa difficoltà un comodo terrazzino, si trova il passo chiave che costringe i più bassi a dover far affidamento su una piccola tacca per il piede sinistro ed alzarsi fino a raggiungere la comoda tacca soprastante. Con qualche centimetro in più di altezza si riesce ad arrivare comodamente alla tacca riducendo così la difficoltà del tiro. Giunti sopra il tettino la via prosegue dapprima verticale dopodichè un breve traverso verso destra conduce alla catena posta nel diedro, con passaggio finale delicato. Il tiro è piacevole e regala qualche soddisfazione in più rispetto alle linee che lo precedono alla sua sinistra.

Il Gatto 6b / 14m

Fin dall’inizio è evidente che il passaggio chiave della linea si trova in prossimità dell’evidente tetto. Tuttavia, la placca per raggiungere quest’ultimo non deve essere sottovalutata. Infatti, i passaggi di equilibrio sono delicati e sfruttano piccole tacchette sia per mani che per piedi. Una volta giunti in prossimità del tetto, una piccola presa centrale consente di alzare i piedi per raggiungere lo scomodo spigolo di sinistra. Da qui, con convinzione, si rilancia la mano destra sopra il tetto e lo si risale facilmente. Ora la via entra nel diedro di destra percorrendolo in tutta la sua lunghezza fino alla sosta in comune con il tiro precedente.

Botto 5a / 22m

Linea varia e particolarmente storta sempre alla ricerca della progressione più semplice che, inevitabilmente, disegna curvature che ricordano più tiri multipitch che tiri in falesia. Si parte salendo in muretto a sinistra di un grosso masso fino a rimontarlo completamente. Da qui si prosegue in traverso seguendo la marcata fessura, leggermente obliqua, che taglia di netto la parete da sinistra verso destra. Con semplice arrampicata in traverso si raggiunge la fine della fessura e si rimonta una piccola cengia. Ora la linea prosegue lungo il diedro appoggiato e solitamente sporco fino a raggiungere la catena rimontando una serie di terrazzini.

Spigolo Martino 6a / 22m

La via nel complesso molto particolare. I primi metri salgono verticalmente un facile muretto a tacche dove le difficoltà sono contenute. Si arriva presto alla fessura che taglia orizzontalmente la parete che si segue sulla destra per un paio di metri. Ora inizia l’aereo spigolo che obliqua verso sinistra. L’arrampicata qui è strana ed anomala e la spittatura è distanziata e abbastanza pericolosa, soprattutto se si cerca di rimanere sulla placca di destra. Un’eventuale caduta, infatti, obbliga la corda a grattare pericolosamente proprio sullo spigolo. In tutto questo secondo tratto si ha la sensazione di cadere nel vuoto del lato sinistro ad ogni passo. Dopo l’ultimo terrazzino si rientra sulla placca di destra e si giunge alla catena.

Botto Tieni 6b / 22m

Via interessante che nella parte inferiore supera un muretto verticale, mentre in quella superiore prosegue su placca leggermente appoggiata. La prima parte del tiro si svolge contando su prese buone e dove è però necessario saper muoversi bene per proseguire agevolmente. Arrivati sulla prima cengia la storia cambia. Da qui in poi le prese sono più minute e saper posizionare i piedi bene in placca risulta fondamentale. Soprattutto il primo tratto obbliga a passaggi di equilibrio non semplici con labili bloccaggi di dita. Attenzione a non entrare troppo nel diedro (via Botto) di destra per non rendere la salita troppo facile rispetto al grado proposto.

Urlo 7a+ / 15m

La Balena 5a / 15m

E’ Pericoloso Sporgersi 6b / 12m

Da Finestrino 6b / 8m

Via corta ma intensa e tutta leggermente strapiombante. Non di facile lettura ad un primo sguardo per via delle prese che dal sotto non sono ben visibili. Si parte abbracciando il salame poco a sinistra rispetto il primo spit fino a trovare una comoda presa dove quest’ultimo si ricollega alla parete principale. Qui si rientra sulla destra ritrovandosi in precario equilibrio lungo un muretto appena appoggiato. Si progredisce sfruttando un po’ la fessura di destra ed un po’ le prese poco visibili situate sulla sinistra. Una volta usciti da questa sezione, sulla sinistra, ci si appresta ad arrampicare gli ultimi metri che superano il tettino soprastante dopo averlo traversato verso destra. Sulla cengia sommitale è posta la catena.

Paleo 5c / 25m

Secondo Tiro 4a / 12m

Fessura Trad 4b / 12m

Genesi 5c / 15m

Hemigway 4b / 15m

La linea si sviluppa lungo il diedro tra la placca di sinistra e i terrazzini di destra fino ad arrivare alla sosta prima di procedere con il tiro successivo (Gio). Le difficoltà sono molto limitate e l’arrampicata tra placca e diedro rende i passaggi piacevoli. La chiodatura è buona e la roccia è tendenziamente solida, solo ogni tanto si potrebbe trovare qualche passaggio un po’ sporco. Un buon riscaldamento prima di affrontare il tiro successivo.

Gio 5b / 10m

Una volta raggiunta la sosta di Hemigway è possibile continuare spostandosi verso il diedro a sinistra. Il tiro è breve ma, tuttavia non privo di interesse, lo stile di arrampicata è quello tipico dei diedri e la leggera pendenza negativa rendono i passaggi ancora più interessanti. Una volta superato il diedro pochi passi permettono di raggiungere la catena. Via breve ma interessante che, insieme al tiro precedente, offrono un buon inizio di sessione.

Smondolina 5b / 20m

Boulder iniziale fisico e abbastanza difficile che da il grado all’intera via. Una volta passato si prosegue su di un susseguirsi di facili terrazzini, fino alla catena. Via veramente poco entusiasmante se non per giungere al tiro superiore “Testa del Fuhrer”.

Testa del Fuhrer 6c / 7m

Secondo tiro, corto e boulderoso, della linea precedente. Si parte rimanendo sulla destra alla linea degli spit giusto per alzarsi qualche metro a prendere un discreto rovescio. Da qui si comincia a traversare verso sinistra con mani in cengietta e piedi sul liscio porfido intervallato da alcune piccole, e poco visibili, tacche. Il traverso non è banale e costringe ad allungamenti notevoli che, complici la direzione delle prese e degli appoggi, porta facilmente a sbandierare. Serve un buon lavoro di addominali per rimanere in parete. Una volta che si è completamente a sinistra dello spit si risale, con un ultimo sforzo, il terrazzino e si prosegue senza ulteriori difficoltà fino alla catena.

Lorenzo 3a / 24m

Girardengo 6b / 24m

Bartali 6a / 14m

Linea che non regala molte soddisfazioni, soprattutto nella parte bassa dove supera una serie di facili terrazzini. Solo nella parte alta si torna ad arrampicare più verticalmente. Il grado della via è dato dagli ultimi passaggi per giungere in catena che costringono ad un bel traverso verso destra su roccia però discutibile.

Via del ciolt 4b / 22m

Conte 3a / 22m

Zazarazaz 4c / 22m

Cartoon Network

Pippi Calzelunghe 5b / 10m

Gatto Silvestro 5b / 10m

Baloo 5a / 10m

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Il cane pufoente 5a / 10m

Alice nel paese delle meraviglie 5b / 10m

Senza nome 4c / 10m

Goku 5b / 10m

Ghostbusters 5b / 10m

Senza Nome 5c / 11m

Il Mangiafuoco 6a / 11m

A vederla dal basso si vede subito dove sarà la difficoltà maggiore, un muretto grigio completamente liscio subito sopra la metà della via. La guardi e ti chiedi come sia possibile non scivolare, dove sono gli appigli, ma basta salire per scoprirlo. Il primo tratto non presenta nessuna difficoltà sostanziale e comodi buchi ci accompagnano ad una bellissima e lunga crepa che scorre in obliquo a metà lunghezza. Qui la tentazione di seguirla per guadagnare quota è tanta, ma il tiro si sviluppa in verticale e il passaggio chiave inizia proprio a questo punto. Il tratto è assai atletico, mi alzo il più possibile con le gambe su una rientranza subito sopra la crepa, anulare e medio sul bidito in placca, mano destra su una lista poco marcata. Sono in equilibrio totale. Alzo il piede sinistro sulla placca, mannaggia se è liscio, carico il più possibile sulla punta per portare il destro in semispaccata sino a giungere ad un evidente appoggio obliquo, ci sono, allungo il braccio destro nella rientranza e rinvio. Emozionante. Da qui la vi prosegue come è iniziata, buchetti accompagnano la scalata alla catena, senza troppe difficoltà.

Il Mangiafuoco easy 5b / 11m

Sailor Moon 5c / 11m

Divertente ascesa con singolo a metà in aderenza.

Biker Mice 5a / 11m

Il mistero della pietra azzurra 5b / 12m

Alfred 5c / 12m

Yosemite Sam 5c / 13m

Alvin Superstar 6a / 13m

Bellissima via su placca con passaggio intermedio non proprio banale. La partenza è un pò da capire, di equilibrio su piccole scaglie, movimenti lenti e precisi fino al secondo spit. Qui inizia la placca chiave della via. Ovunque tu guardi vedi liscio. Sopra la testa, in alto, si scorgono due buchi invitanti. Ci sono due appoggi ai quali dare affidamento, una specie di rovescio da prendere con la destra e una tacca a sinistra. Qui l’equilibrio gioca un ruolo decisivo, aggancio il rovescio il più saldamente possibile e col il pollice sinistro faccio opposizione sulla tacca in basso, alzo i piedi quel che basta, fidandomi della tenuta delle scarpette, per allungarmi agli evidenti buchi soprstanti. Spettacolo. Il grado della via è tutto qui, sospiro liberatorio e via fino alla catena su facili maniglioni. Il passaggio chiave può anche essere superato mantenendosi di molto sulla sinistra della linea della via e poi traversando verso destra, ma un approccio più diretto è senz’altro più appagante. Attenzione allo spittaggio lungo sul passaggio chiave!

Scooby Doo 5b / 13m

Mini4wd 5b / 14m

Catena di Andromeda 5c-6a / 14m